L'Anonimo

PIOGGIA, FANGO E FREDDO ……


Questo quello che abbiamo trovato questa mattina ai oltre 1.200 metri di altezza di Sega di Ala, sede di partenza della 14° Lessinia Bike.Salire verso la lessinia avvolta dalle grigie nubi, per appendere il numero al manubrio è stato affar serio oggi, e sui volti che giravano al ritiro numeri erano assai pochi i sorrisi che si vedevano.Pochi, ma non assenti, e questo sotto è quello del Marco Tenuti che incurante di tutto e di tutti è salito in lessinia per laurearsi prestigioso 2011, proprio concludendo la gara odierna.
Per me invece una sfida importante nel portare al traguardo la mia 14° partecipazione alla lessinia Bike, questa volta a ruotone veramente grosse. Sono passati tanti anni dal quel lontano 1998 quando i cantilever spopolavano e i marziani avevano i v-brake, ora siamo a livelli tecnologici che 14 anni fa non immaginavamo nemmeno.Ma questa è un'altra storia, oro vi racconto la più attuale quella della corsa vissuta oggi.......Sono sincero, il morale al via è sotto i tacchi, sono in griglia piove e fa freddo e mi vengono i brividi all'idea di levarmi lo smanicato, per correre solo con la maglia manica lunga, solo si fa per dire visto che Franceschino si è scaldato in divisa invernale con grossa invidia di tutti quanti.
Stando in gruppo il morale migliora, e il fatto di essere pronti al via da quel minimo di coraggio, per la mia gara che oggi è solo con me stesso per provare e provarmi in una competizione vera a 29".L'idea è di partire regolare per poi aumentare, se riesco, ma dopo i primi cento metri mi accorgo che il motore gira bene le gambe ci sono, e allora ok andemo a tutta finchè non se scioppa.Resto sempre nelle prime posizioni della mia partenza e già la prima lunga salita verso il Passo riserve le prime sorprese. Si viaggia in dita di melma ma le ruotone scivolano bene e si fanno strada senza scomporsi nei canali scavati dalle ruote prima delle mie. Attorno faticano, mentre io riesco a gestire lo sforzo.
Al Corno inizia lo sterrato verso il Passo ed è qui che so di avere un vantaggio in più con la 29". Scusate mi ripeto ma qua ho potuto apprezzare tutto il vantaggio dei tre pollici in più, sempre in tiro, non si scompongono e passano ogni asperità senza dartene peso.In questo primo tratto passo il Maga,anche lui intento a rincorrere il prestigio, ed allo scollinamento raggiungo Bontempo, gli domando del tempo, e poi lui mi da il via libera per la mia azione.Inizia la prima vera discesa in corsa, viscida ovviamente, e che vede diverse cadute dei concorrenti che mi precedono. Non esagero devo ancora provarmi su una cosa cosi ma le sensazioni sono sempre buone ma proprio a fine discesa quasi senza accorgermene mi trovo con il culo per terra.Su una leggerissima curva mi è partito di netto il posteriore e sono finito in scivolata di schiena sul prato. Una caduta innocua, se vogliamo, ma che frena l'entusiasmo che stava crescendo dopo i primi test in discesa.
Non mi lascio intimorire dall'accaduto ma userò un filo di attenzione in più nella restante parte di gara.Intanto siamo di nuovo al campeggio, sede di partenza, e si comincia la salita più lunga della gara verso Castelberto.Verso la fine del tratto duro, poco sotto Malga Lessinia, soffro un piccola crisi, cosi decido di risparmiare energie fino allo sterrato della traslessinia, per riprendere la pedalata decisa su un tratto più favorevole. Su questo tratto è stato fondamentale il 22 che ingranato con il 34-30-26 mi ha permesso di vincere il tratto senza mettere piede a terra.Sul primo tratto della Translessinia sferza un vento contrario micidiale, gelido tanto che al ristoro mi allungano al volo un the caldo, che ci voleva anche per il poco che ho bevuto.
Finalmente quasi a Castelberto entriamo in un tratto riparato dal vento, e cosi aumentando l'andatura riesco a rientrare sul Franceschino, partito tre minuti prima di me; siamo all'inizio della lunga discesa verso l'arrivo.Franceschino fa l'andatura, provo a seguirlo, ma il suo passo sul primo tratto di discesa, quello più brutto, è decisamente impegnativo per me cosi deciso di proseguire con il mio senza correre rischi.Molto meglio la seconda parte di discesa più pulita e da velocità mi permette un cambio di ritmo fino agli ultimi quattro chilometri finali che presentano ancora qualche tratto di salita.Il primo ti spacca le gambe, gli altri due un po' meno ma oramai è fatta e siamo all'ultimo chilometro, sul solito pratone che uccide, ma che una volta fatto di fa gustare la gioia del traguardo.Oggi gioia vera per lo scrivente, ma credo anche per tutti gli arrivati di questa gara, probabilmente corsa nella sue edizione più impegnativa.Nel 1998 ad attendermi all'arrivo c'era mio suocero Renato, grandissimo ciclista e appassionato di ciclismo, ironia della sorte oggi è il sesto anniversario della suo scomparsa, il primo pensiero odierno è andato a lui,..... ciao Renato!!!!