L'Anonimo

DILUVIO UNIVERSALE


Si era pensato a San Giorgio per l’uscita odierna ma già da subito al ritrovo di partenza di Montorio si decide per cercare lidi più asciutti.Si vira per la Valpolicella salendo ora di qua, ora di la a seconda di dove vedevamo meno scuro l’orizzonte.
Così scivolano sotto le nostre ruote per prima la salita di San Peretto del Gigi, che ci regala già sul tratto a scendere verso Negrar le prime gocce d’acqua.A Negrar la situazione migliora un filo tanto da permetterci di scalare la Masua al contrario per dirigere verso la Valgatara.
La Pendola è li a tiro ma si decide di arrivarci da sopra dal tratto che di solito scende in Valgatara, ma al gpm la svolta di giornata.
Ci fermiamo a far acqua come si vede dalla foto inconsapevoli che di li a poco di acqua ne avremmo avuta da aprire un centro piscine almeno grande quanto el Caneva se non de più.
E’ il Federico il profeta del diluvio che ci piomberà addosso di li a poco, il Fede esce con un’affermazione che suona cosi guardando l’orizzonte sopra la pendola: “PROVIAMO A SCAPPARCI VIA SCENDENDO DA DOVE SIAMO SALITI!!!!”Io guardavo lo stesso orizzonte, ma forse non avendo un occhio metereologicamente preparato come il suo non avevo intuito il pericolo, ma di buon grado deciso di seguire l’indicazione del profeta.Scendiamo la discesa ritornando in Valgatara dove ci prendono le prime gocce, sono cosi sode e dure che fanno persino male sulle braccia, ma dobbiamo proseguire per scappare dal diluvio.A Parona sembra che lo abbiamo staccato, ma non contenti ci spariamo un lungadige a 52 orari con vento a favore convinti di aver staccato di brutto il meteo, e invece no. La pioggia probabilmente scendendo per la statale ci aveva anticipato e come ci vede giù di brutto con acqua, tuoni, raffiche di vento a momenti ci voleva prendere a sassate.
Si arriva in zona B.Cicli dove decidiamo di trovare riparo sotto un tenda, troppo pericoloso restare in strada su certi tratti allagati tanto che l’acqua arrivava all’altezza del movimento centrale.Messi braccioli, cuffia, maschera e pinne siamo convinti per un finale a nuoto recuperando le bici in seguito, ma dopo le prime bracciate capiamo, grattando la pancia a terra, o che non c’è abbastanza acqua o che le meglio che ci mettiamo a dieta. Dopo la sosta in balia delle intemperie, del quale vediamo il filmato sotto, decidiamo per ripartire verso casa mettendo fine alla nostra pedalata.Oggi è andata cosi in certe situazioni meteo si è già contenti di aver portato a casa il giro, quindi bicchiere tutto pieno, e non potrebbe essere diversamente.Tutte le foto qui.