L'Anonimo

GPM A SANTA VIOLA…..


Comincio questo post con i doverosi ringraziamenti ai compagni di oggi che mi hanno atteso su tutte le salite che sono risultate per me molto indigeste. Poco da fare, la mia condizione fisica che vedeva un buono stato di costipazione delle vie respiratorie, è stata definitivamente abbattuta dalle tre ore in mtb di ieri con il risultato che oggi ero veramente alle asse.Alle asse in salita sicuramente ma in discesa devo dire che mi sono veramente divertito trovando quel giusto compromesso fra sicurezza e divertimento.
Ma partiamo con ordine, ore 8,30 è previsto il ritrovo a Montorio, ed io come al solito sono puntualmente in ritardo, e qua mi gioco un altro ringraziamento al Savoia e al Tenuti. Siamo in tre quindi a muovere verso la collina di Montorio per andare all’appuntamento con il Paolo nei pressi di Santa Maria in Stelle. Ritmo alla “volemose bene” nel salire con quella giusta calma, che a me sta molto bene visto il mio stato di forma.Ai piedi dello Stelvio perdiamo l’aggancio con l’Orlandi, quindi si decide di attenderlo salendo i tornanti del Piccolo Stelvio. E’ qua mi gioco la nota da “Ganassa” di giornata andando a vincere il GPM dei “peri cotti” vincendo la scalata allo stelvio con lo stratosferico tempo di 10’38”, che la dice tutta sul titolo dato al GPM. Il conte da dietro incalza invitandomi a non scrivere “SGANASSATE” sul blog di questo fatto che puntualmente non ho fatto ihhh iiihhh…….
La prestazione staccata porta via con se l’ultima briciola delle mie riserve energetiche a da li fino a Santa Viola sarò la palla al piede del gruppo. Intanto ci raggiunge il Paolo, scalando lo Stelvio, così ci troviamo in un quartetto a dirigere verso Santa Viola. Metà importante quella di oggi, visto che il GPM nei pressi di Cerro ha veramente poco di invitante, visto che si trova avvolto da nubi e lambito da raffiche di vento che si fanno un baffo della primavera in corso.
Per darvi un’idea meteo, vi posso dire che avevo freddo in salita ed il vento mi passava attraverso la gabbia toracica fin dentro ai polmoni come se fossi stato su di un lettino per i raggi X. Freddo insomma, ma quello che mi preoccupava era che ero in salita, e sulla discesa cosa fo “ME IBERNO” pensavo.
Pensa che ti ripensa arriviamo comunque appena sotto alla pineta del Viola, da dove si decide per il rientro a valle; bella la parte finale della salita, come al solito estratta dal cilindro dell’Orlandi che ha sempre la “variante” a portata di mano. Tanto per cambiare sull’ultimo tratto di salita mi ero staccato così ho di nuovo ritrovato i miei amici ad attendermi, che ringrazio un’altra volta.
In discesa però giro la medaglia mostrando il lato bello della mia forma e in tandem con il Paolo scendiamo zampettando come dei capretti, o dei Daini, o dei Caprioli, insomma andavamo via belli come il sole, sole che diciamo si è visto molto poco oggi.Arrivo in Valpantena dal tratto delle saponette che risulta molto figo nonostante un minimo di umidità del fondo; arrivo in quel di Grezzana che coincide con la consueta pausa briosch, sponsorizzata dal Conte Savoia, che ringrazio per la terza volta di oggi.
A sto punto, visto che sono a Grezzana, e che il duo Conte – Marcante deve rientrare presto, decido per giocarmi nuovamente la discesa degli Americani, come preannunciato all’inizio dell’uscita. Mi segue il Paolo, anzi se è giusto dire che mi anticipa il Paolo, e dopo una pausa alla nuova fontana della cittadina, di cui vediamo delle immagini sotto, cominciamo a salire verso l’inizio delle discesa.
Orlandi estrae un altro tratto inedito dal suo repertorio, e ci troviamo in mezzo a boschi e vigneti,  su pendenze non indifferenti che però ci fanno guadagnare rapidamente quota, sbucando sulla strada asfaltata per Vigo e poca distanza dall’inizio della discesa.Sull’asfalto veniamo passati molto bene da un quartetto di stradisti fra i quelli ci sta pure Alessandro Vesentini che vediamo nelle immagini.
Oramai siamo ad iniziare la discesa, che devo dire che porto fuori veramente alla grande. Ok in salita ho fatto veramente pena, ma mi sono rifatto con gli interessi nei tratti a scendere. Scendevo che parevo essere un tutt’uno con la natura che mi circondava con una leggerezza e una fluidità tale che ho sentito diverse pietre a sassi restare meravigliati, di questo fluido leggero che li lambiva e toccava nel passare. Mi sentivo come l’acque che scorrendo nel torrente che si fa guidare mansueta e tranquilla in fondo valle copiando curve e asperità del letto del fiume. Nello scendere stacco pure il Paolo, non so se più per la mia destrezza o per un suo qualche problema meccanico.Di nuovo a Grezzana puntiamo casa mia con il Paolo che mi scorta fino quasi a Nesente, lasciandomi nel finale di tappa in balia dei venti.