L'Anonimo

CAMPOFONTANA – MALGA FRASELLE


Impresa di grosse proporzione quella di quest’oggi dove siamo riusciti a collegare Campofontana a Malga Fraselle scavalcando i monti che separano questi due luoghi della nostra Lessinia.
Ci proviamo in cinque in questa impresa da pionieri della mtb, io, il Papataso, il Radu, Davide ed il Walter. Per il Salbaneo dello Stadio, così viene chiamato ultimamente il Walter, è giornata dura, le sue polveri sono bagnate e non riesce nelle sue solite sparate, le ultime battaglie lo hanno affaticato, com’è giusto comunque, quindi per lui oggi il giro finisce alla Collina, per un rientro più comodo verso la città.
Noi si prosegue, il più velocemente possibile verso Campofontana, che vogliamo assolutamente collegare a Malga Fraselle. Personalmente sono un po’ scettico, avevo provato una solo volta a piedi il sentiero, lungo e duro a mio avviso una cosa al limite del possibile.Fortunatamente mi sbaglierò, e con grossa soddisfazione riusciamo in quello che forse pochi hanno osato e provato.
Da Campofontana girando attorno al cimitero prendiamo il sentiero che sale al monte Lobbia, questo un tratto veramente duro, ma divertente; si riesce a pedalarlo per intero fino alla prima malga giocando parecchio con la moltiplica più piccola. Il fondo se pur sassoso, tiene bene e permette grip alle nostre gomme, ma da li in poi portare la bici diventerà una costante.
Una cosa comunque preventivata che quindi non frena la nostra avventura, anche se diversi passaggi in discesa avrebbero richiesto quasi le corde per calare le biciclette; in un passaggio siamo dovuti passare a due e due perché in fondo al budello di roccia vi era poco spazio per mettere in sicurezza le bici finché si scendeva a piedi.
A tratti comunque il sentiero ci ha permesso pure di salire in sella, pure a me che ultimamente sono una sedia, come il CAREGA che avevo di fronte.La vista delle Malga Fraselle è un toccasana per il morale, ne guadagna anche la mia discesa sulla forestale fino a Giazza, che questa volta mi vede particolarmente brillante, tanto da tenere il passo di Papataso e Radu.A Giazza il dovere mi chiama, la famiglia mi aspetta a Garda così abbandono il gruppo che sosta pacifico a  per la pausa pranzo e cavalcherò solitario tutta la Val d’Illasi fino a casa.
Giustamente definito solitario il mio ritorno, visto che da li fino a casa non ho trovato l’aiuto neanche di un ciclista delle domenica, ma come al solito la brezzolina contraria c’era sempre.Non importa dopo un’impresa cosi, ha trovato pane per i suoi denti ……………….. più o meno vera!!!