L'Anonimo

COLLI BERICI E CALVARINA


Non va in porto tutto il giro pianificato, che ci voleva far passare nell'entroterra Vicentino, scalando diversi colli Berici, fra cui il passo San Gottardo, questo per la debacle che ha preso l'alfiere di Colognola ai Colli, alias il Papataso.Già al mattino l'sms che mi arriva non è dei più incoraggianti, "ti sto scrivendo del "BAGNO" provo a partire ma non se se resisto", questo  il testo che mi arriva poco prima delle otto direttamente dal bagno di via Pontesello numero 8, dove con tutta probabilità stava tirando una brutta "aria"!!!!!
Radunati i miei uomini da Felix alle ore 8,15 dirigiamo verso il Bareta, a Caldiero, dov'è fissato il ritrovo per le 8,30; ci sta pure il Papataso ma si vede subito che non è nel suo giorno migliore.Si parte comunque ed in sei puntiamo il confine Verona - Vicenza direttamente sulla statale, buona velocità con il vento che ci sta dando una mano, in sei visto che strada facendo avevamo raccolto il Davide del team Focus.
Dopo il passaggio in zona Lonigo, per me si spegne ogni riferimento a fatti e persone, nel senso che non saprei proprio dove cavolo sono andato, so solo che di li a poco abbiamo cominciato una salita bellina che ci ha fatto salire verso l'alto, giustamente visto che era una salita, altrimenti sarebbe stata una discesa.Il Papataso sbuffa e stenta portandosi subito in ultima posizione mentre davanti Orlandi, il Radù ed il Walter hanno il passo giusto per un giro tutto mangia e bevi.
Al primo scollinamento ci accorgiamo subito che per il Papataso è scesa la notte, difatti alza subito bandiera Bianca, con l'intento di cambiare rotta per rientrare a casa. A me personalmente in quel momento mi si è spento l'entusiasmo, che l'inedito giro mi aveva creato, ed assieme all'entusiasmo se ne sono andate via almeno mezze gambe.
Il Radù comunque fa la scelta giusta, cioè quella di deviare tutto il gruppo verso la statale per accompagnare verso casa l'alfiere di Colognola.Scorteremo mio fratello fino a Ronca e visto che riusciva a tornare con le proprie gambe noi prendiamo la salita per il monte Calvarina.
Per me è notte fonda, gambe lesse su una salita di dieci chilometri che non passa mai, e la foratura alla ruota anteriore ad un chilometro dalla vetta, da l'ennesimo calcio il culo alla mia condizione.
Spento e spompo di entusiasmo vengo raggiunto dal Paolo, prezioso aiuto per la riparazione.
Finita la salita foto di rito prima di spararci in discesa di nuovo verso Ronca, da dove dirigeremo direttamente a casa passando per Monteforte e Soave.
Il giro alla fine non si può dire sia stato del tutto da buttare, ma un serie di piccoli intoppi hanno contribuito a segarmi, prima l'entusiasmo e poi le gambe, e si sa quanto nel ciclismo conti la voglia di fare per dare un qualcosa in più.Clicca l'ultima foto per vederle tutte.