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Rutelli alla Stampa: «No ai conservatori. È necessario un nuovo approdo per i riformatori»


L'intervista di Francesco Rutelli alla Stampa:Non mi importa nulla dello stile sessuale fuori dal comune di Silvio Berlusconi. Ma preoccupa che va fuori dalla legge». Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia, commenta cosi la telefonata del premier in questura a Milano sul caso della marocchina Ruby.Gianfranco Fini sostiene che la situazione sia imbarazzante per il Paese. Lei cosa ne pensa?«Nel mondo ci sono tanti esempi eclatanti, per cosi dire, sugli stili di vita dei leader politici. Anche nel caso Marrazzo, sulla vicenda non prevalse la linea moralistica, ma il fatto che avesse mentito e che potesse essere oggetto di ricatti. Ricordo che quella brutta storia azzerò praticamente la lunghissima maratona di attacchi al premier sulla vicenda escort e che il centrosinistra la pagò cara».Berlusconi, dunque, potrebbe essere andato oltre il lecito?«Berlusconi a casa sua può fare ciò che vuole. Ma ora sia lui che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, devono chiarire cosa sia accaduto quella sera del maggio scorso, e se ci siano stati abusi di legge».Il caso Ruby piomba su una maggioranza già in fibrillazione per le tensioni tra Berlusconi e Fini. E lo scorso weekend la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha parlato di un governo assente di fronte a una crisi che rischia di travolgere il Paese? Come se ne esce?«Ma se ne uscirà? Il Paese è inchiodato, è sotto gli occhi di tutti. E questo governo, con l'ampia maggioranza di cui gode, dovrebbe fare le riforme, pensare alla crescita e al lavoro. Ma fino ad ora non si è visto nulla. Dove sono le grandi riforme? Api ha votato quella dell'Università, ritenendo che il ruolo dell'opposizione, in un momento così difficile, sia anche quello di contribuire alla crescita, difendere il merito e tagliare gli sprechi. Ma anche quella riforma, che si considera indispensabile, è ferma, bloccata dal ministro Tremonti. Per questo credo che l'esecutivo non sia capace di fare le riforme, ma si limiti solo a fare manutenzione. Ha visto il caso Fiat? Marchionne dice una cruda verità. Qui c'è un'industria che dice di voler restare in Italia, di voler investire e, invece di rispondere sì, subito, si replica con le polemiche sugli aiuti di Stato del passato. Le pare possibile?».Viste le complicazioni e le tensioni, questa maggioranza ce la farà a ripartire?«Vedo segni irreversibili di sfilacciamento e di sfiducia. Se questo governo non si adopera per fare ciò che è indispensabile al Paese, e cioè favorire lo sviluppo, la crescita e l'occupazione, prima o poi qualcun altro se ne dovrà occupare. Prima, o dopo le elezioni. Meglio prima, comunque, perché il paese è in forte declino accelerato, come ha denunciato Mario Monti».Anche lei pensa che la soluzione possa essere quella di un governo tecnico, nonostante Berlusconi considera l'ipotesi un golpe?«Berlusconi non dovrebbe preoccuparsi di un governo tecnico. Porti avanti il suo, allora, visto che ha la più grande maggioranza della storia repubblicana. Ma qui lo scenario è diverso. Ci vuole una convergenza coraggiosa sui contenuti. Destra e sinistra sono parole logore. Occorre ormai parlare di riformatori e conservatori. Berlusconi, oggi, non è più interprete di quella riforma liberale che aveva promesso e l'Italia deve uscire dalla palude. La nostra convergenza con Fini e con Casini può essere una speranza per superare la crisi verticale dei due poli, ecco perché molti italiani aspettano questo nuovo polo».E crede che possa bastare a risolvere i tanti problemi che lei descrive?«Per anni ci siano illusi che l'Italia potesse avere un bipolarismo compiuto come in tanti paesi europei del XX secolo. Ma nei poli attuali sono prevalsi i radicalismi, le posizioni estreme. Per questo ci vuole un nuovo approdo che unisca tanti moderati, laici, e liberali che hanno a cuore le sorti del Paese. Diversamente guardi quello che è successo a destra. E a sinistra non è andata meglio. E' inquietante che il Pd, che nacque per correggere lo spostamento a sinistra dell'Unione, ipotizzi gruppi parlamentari con Vendola e l'Idv. Sono riformatori o conservatori Vendola e l'Idv?».