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la filosofia della Carrà - 100!


 Mi sedetti di fronte all'assistente, che teneva in mano il mio scritto con un espressione di disprezzo misto a disgusto. Sembrava che stesse guardando un cadavere in decomposizione, e invece aveva davanti il mio 21 (!!!). Quando iniziò a parlare, un rivolo di sudore scese dalla mia fronte: "Bene, lei è l'ultima....uhm....vediamo un po'... visto che è l'ultima, con lei voglio fare qualcosa di DIVERSO". Il sudore stava per trasformarsi in lacrime: quel poco che sapevo era stato detto e ripetuto nelle ultime 10 ore... ma se mi avesse chiesto qualcosa di DIVERSO, sarei stata ricoperta di fantasiosi improperi a non finire! Poi proseguì "... si si guardi, voglio proprio fare qualcosa di diverso: siccome sono stanco le confermo il voto dello scritto e non le faccio nessuna domanda... a lei va bene?". In quel momento mi sentii lievitare, non sapevo se ridere o piangere. Mi limitai a dire con un filo di voce "ehm.. si si... guardi, sono stanca anch'io.. il 21 va benissimo...". Gli porsi il libretto su cui venne stampato quel 21 assolutamente immeritato. Ed ero talmente divertita dalla situazione paradossale che proprio non riuscii a risentirmi quando l'assistente scoppiò in una risata sguaiata vedendo la mia foto sul libretto. Era oscena, lo ammetto. La scattai nella macchinetta della stazione mentre la mia amica Lucia tentava in tutti i modi di farmi ridere: avevo un'espressione incredibilmente ebete. L'assistente portò il libretto sghignazzando al Prof. M. per la firma, accompagnandolo con un "Guarda che faccia questa!!!". Lui guardò la foto, poi guardò me. E mentre firmava, impassibile, disse "Embè? è venuta meglio nella foto". Non mi incazzai neanche a quel punto, anzi risi di gusto insieme a loro, ma per un altro motivo: pensavo a quanto in realtà i veri ebeti fossero loro, che mi stavano facendo passare l'esame più roccioso senza aver studiato una beneamata mazza!Così da quel giorno, feci mia la filosofia della CarràFINE