Bagaglio a vita...

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estratto da:http://www.dipendenze.com/nuovedipendenze/sessovirtuale.aspCon “nuove dipendenze” ci si riferisce a quei comportamenti messi in atto in maniera patologica e che, col tempo, innescano un meccanismo di dipendenza. Questo tipo di dipendenze, rispetto alle “vecchie”, che avevano come oggetto l’abuso di sostanze, possono essere legate all’abuso di comportamenti ritenuti in genere “normali”. Infatti, la difficoltà nel riconoscerle è racchiusa nella normalità di queste azioni! E’ difficile stabilire il confine tra normalità e patologia di un disturbo comportamentale: come si fa a stabilire chi usa troppo il computer, chi compie acquisti in maniera compulsava, chi gioca troppo d’azzardo, chi pensa e mette il atto il sesso in modo patologico ? In realtà, sono queste persone a riconoscersi per prima come disturbate dal loro comportamento, perché si rendono conto, gradualmente, di perdere il controllo della propria vita e di non riuscire più né a dominarla, né a controllare il loro comportamento.Questo è ciò che avviene nelle vite dei CyberSex Addict, stretti in un vortice di dinamiche sessuali che non lascia tregua, ossessionati da pensieri carnali e spinti a compiere atti che per pochi attimi di piacere, li rendono schiavi di una tirannica dipendenza.Nel cybersex addiction, rientrano diverse tipologie di comportamenti, che spesso non presentano caratteristiche omogenee tra loro. Il Cybersex, in maniera molto superficiale, può essere considerato, tutto ciò che di sessuale è possibile svolgere nella Rete, in particolare le Chat sessuali.Molto spesso in  letteratura scientifica nel Cybersex addiction, viene incluso anche la fruizione patologica di materiale pornografico on-line o come piace a noi definirla il “Cyber-porn Addiction”. In  questo lavoro, abbiamo ritenuto importante considerare l’ipotesi di separare le due addiction sessuali poiché, a nostro avviso, i due fenomeni presentano alcune caratteristiche antitetiche: “interattività” del Cybersex, “passività”[1]  del Cyber-Porn.Ma se provassimo ad osservare i due fenomeni da un’ottica diversa, che non tiene conto nello specifico dell’aspetto sessuale che li accomuna, ma che si focalizza sui meccanismi e sulle modalità che vi sottendono, ci si può rendere conto di quanto, in realtà, possano essere distanti tra loro questi due fenomeni.  Definendo queste due manifestazioni di Cybersex, secondo il “modello di sviluppo telematico” sviluppato da Lavenia e Marcucci e dall’equipè del Centro Studi e Ricerche “Nostos”, si delineano gli aspetti che li differenziano. Il  nostro modello non descrive un cammino verso la patologia, ma osserva il percorso comune a tutti i nuovi “adepti” della Rete delineando due fasi di sviluppo comuni tra gli utenti: 1)       Fase di Osservazione e Ricerca, contraddistinta da due stadi: a)       Stadio Osservativo, in cui il soggetto, neofita della Rete, subisce il fascino dell’innovazione ed allo stesso tempo è spaventato dalle possibili insidie nascoste abilmente tra i filamenti della Rete. In questo stadio iniziale il soggetto cerca di apprendere tutte le nozioni possibili riguardo al nuovo mondo, per raggiungere uno stato di sicurezza nell’esplorarlo;b)      Stadio dell’Attivazione, una volta raggiunta una certa sicurezza nel destreggiarsi in Internet, l’utente si mette alla ricerca di nuovi servizi ed applicazioni, scoprendosi attratto da tre aree in particolare: WEB (motori di ricerca, banner etc.), STIMOLI AMBIENTALI (amici, lavoro, pubblicità etc.); MOTIVAZIONI INTRINSECHE (ricerca di informazioni in base ai propri interessi personali). Elemento cruciale di questa fase è che il soggetto non ha ancora realizzato di non essere solo in questo nuovo mondo, perché si è limitato a funzioni che prediligono il rapporto esclusivo “uomo-macchina”.2)       Fase Relazionale-Comunicativa , in cui il soggetto scopre ed entra a far parte della “comunità virtuale”. Quindi accede ad applicazioni come i forum, chat, newsgroup, blog, dove può interagire con l’infinito popolo di Internet e da spettatore passivo diventare protagonista. E’ importante sottolineare il passaggio cruciale dal sistema “uomo-macchina” a quello “uomo-macchina-uomo”, in cui il computer non è più percepito come punto di arrivo, ma come mezzo per arrivare all’altro, mezzo che consente l’interazione mediando la comunicazione. Lavenia e Marcucci  fanno notare come in questa fase è possibile instaurare con gli altri utenti, una vera e propria “relazione di attaccamento” mediata dal pc.Ma quali sono i rischi psicopatologici nelle diverse fasi dello sviluppo telematico? Gli autori individuano quattro categorie di elementi che potrebbero favorire lo sviluppo di disturbi legati alla Rete e sono: 1)       psicopatologie preesistenti ( depressione, DOC, etc.);2)       condotte a rischio (“eccessivo consumo”, riduzione delle esperienze di vita e di relazioni “reali”, etc.); 3)       eventi di vita sfavorevoli (problemi lavorativi, familiari etc. “internet come valvola di sfogo”);4)       potenzialità psicopatologiche proprie della Rete (anonimato e senso di onnipotenza che possono degenerare in: pedofilia, sesso virtuale, creazione di false identità, gioco d’azzardo, etc.).Per quanto riguarda invece le singole fasi, nella seguente tabella sono riportate le attività svolgibili ed i relativi rischi connessi nella fase di Osservazione e ricerca: Tab. 4-  Attività e Rischi della fase di “Osservazione e Ricerca”.SCOPERTA ed  UTILIZZORISCHIOGiornali riviste ed  info on-lineSovraccarico cognitivoCasinò virtualiGioco d’azzardo patologico on-lineTrading on-lineTrading patologico on-lineNegozi virtualiShopping compulsivo on-lineSiti PornograficiCyeber Porno Addiction Si tratta di disturbi che possono avere un’esistenza anche nella vita reale, a prescindere dal pc, ma ciò che li rende particolarmente accentuati in questo caso, sono le caratteristiche proprie della Rete, di anonimato e di estrema facilità nell’accedere ai servizi. Come evidenziano i due autori, si tratta di disturbi propriamente compulsivi, che possono diventare per il soggetto il centro della propria esistenza.  Nonostante questa fase sia caratterizzata in parte da una partecipazione attiva del soggetto, quest’ultimo si muove comunque in un ambiente statico, progettato da altri, in cui l’unica cosa che si  può fare è richiedere al sistema risposte a domande ed esigenze. L’utente si trova ad osservare e vivere in un mondo pensato da altri in cui il soggetto non è altro che uno spettatore passivo. La fase attuale mostra un rapporto di tipo esclusivo “uomo-macchina” in cui non c’è spazio per la creativà e lo spirito “produttivo” che contraddistingue l’essere umano.                        Nella fase Relazionale-Comunicativa, è possibile riscontrare le cosiddette Net-Addiction, caratteristiche di soggetti con difficoltà a livello comunicativo-relazionale, che tendono a rifugiarsi nella Rete per evitare le proprie problematiche esistenziali.  La seguente tabella riassume le attività che si possono sviluppare ed i conseguenti rischi:  Tab. 5- Attività e Rischi della fase “Relazionale - Comunicativa”.SCOPERTA ed UTILIZZO                             RISCHIOCHATCYBERSEX ADDICTIONS; DIPENDENZA da RELAZIONI VIRTUALI;(Incontri al buio pericolosi; isolamento sociale e dipendenza)M.U.D.(Giochi di Ruolo)DIPENDENZA da GIOCHI VIRTUALI;(isolamento sociale, perdita dei contatti reali, sentimenti di onnipotenza) E-MAILE-MAIL ADDICTION Il “Modello di Sviluppo Telematico” offre una chiave di lettura innovativa di questo fenomeno. Offre un quadro interpretativo, più che da interpretare, che consente una chiara comprensione di un processo attorno al quale aleggia ancora un po’ di confusione. Questo modello, nato da anni di ricerca e casi clinici, permette di  distingue tra Cybersex Addiction e Dipendenza dalla Cyber-Pornografia, ritenendo facciano parte il primo della fase Relazionale-Comunicativa, e il secondo di quella di Osservazione e Ricerca[2].La differenza fondamentale tra i due fenomeni osservati è l’ interattività presente nel Cybersex Addiction e la totale assenza di questa nel Cyber-Porn Addiction. Nel primo, il computer è un mezzo attraverso il quale la persona interagisce con un’altra e quindi, come sottolineato da Lavenia [3], si crea un sistema “uomo-macchina-uomo”; nel Cyber-Porn Addiction invece, è del tutto assenta l’interattività, perché la persona è sola con lo schermo e con le immagini impresse su di esso, creando un sistema “uomo-macchina”.AVANTI[1] Dove per “passivo” non si intende  l’atto masturbatorio  ma l’ambiente telmatico in cui si svolge. [3]  Lavenia G., Marcucci M. (2005), “Quando Internet crea dipendenza: Net Addictions”, in: Piave N. A., Iadecola G. “Profili pedagogici e psicopatologici della gruppalità in Rete”, MANNI Ed, Lecce.