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Sapere imparare per conoscere, capire e saper ringraziare e anche perdonare!
 

 

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MANIERE DIFFERENTI DI AMARE

Post n°88 pubblicato il 19 Aprile 2010 da sensuale_tt

- E' fidanzata? Quindi ne è innamorata, sì?
- eh, direi, eh...
la fanciulla è imbarazzata, ma Francesco non demorde. Ridacchia, insiste.
- Allora è innamorata. E lui è quello giusto, debbo supporre.
La Bimba alza il mento e conferma senza neppure arrossire.
Ma come l'ha capito?- incalza lui - e una frase dopo l'altra le strappa il racconto di come si sono incontrati, conosciuti, frequentati e un po' per volta piaciuti. Perché lui la fa star bene, stanno bene insieme. 
- Quindi, continua, vi siete attaccati, legati. Ora mettiamo che a lei venga in mente di partire, di andare a vivere in Australia.
-oh, sì, infatti ci sto pensando, in Nuova Zelanda
-Ma come? si allontanerebbe da lui? Allora non è vero che siete legati!
Le amiche ridono, ci mettono a conoscenza del fatto che già vivono lontani, trecento chilometri.
-M a in Nuova Zelanda ci andreste insieme?
-Sì, naturalmente, sì
- allora va bene, restate attaccati. Vede, mia cara, è un legame di attaccamento il suo. 
- Il nostro.
- No, mia cara, il suo, quello di lui dovremmo chiederlo a lui, fermiamoci a quel che sappiamo, parliamo di lei. E' un bel legame, un legame importante, è come il legame che il bambino ha con la propria madre, intenso, appagante. Lui la far star bene, che altro potrebbe volere? Vero? Sì?. Ma - e con una lunga occhiata percorre il semicerchio degli astanti - ma magari per qualcuno non è stato così? O tutti voi vi siete innamorati in questo modo, un po' per volta, di chi vi fa star bene?
In un brusìo di voci si fanno avanti i sostenitori del coup de foudre. Uno, in particolare, ex marito di una miss italia, rivendica il primato dell'improvvisa passione, quella che ti fa fare di tutto, quella folgorante, travolgente, for se persino eterna.
- Oh, continua Francesco, è vero, a qualcuno capita. Vi siete visti e vi siete riconosciuti. O meglio: avete visto l'altro e l'avete riconosciuto. Avete detto: è lui, solo lui, e nessuno più. Quella persona unica, che speravate esistesse, quell'essere splendente, ai vostri occhi, un concentrato di bellezza e perfezione.
Gli astanti si esprimono sovrapponendosi disordinatamente. La maggior pare di loro sostiene che questo amore improvviso non esiste, o se c’è si tratta di una illusione di breve durata. Il marito della miss dichiara con forza: - Voi la pensate così perché non l’avete ancora trovato.
-Certo, interviene Francesco, questa è una cosa che accade. Ci sono persone che improvvisamente abbandonano matrim oni riusciti, situazioni considerate da tutti felici, da un giorno all’altro, perché hanno incontrato una persona e l’hanno riconosciuta, di colpo tutto il resto non conta, del resto il bambino si stacca dalla madre, questo tipo di amore è un amore per assimilazione, non per attaccamento. Quello era espressione dell’uomo in quanto essere biologico, questo è espressione dell’uomo come individuo irripetibile, come persona unica che si riconosce in un’altra persona unica, insostituibile, da questi sentirete spesso dire: lui- o lei- è parte di me.
-lei vuol dire, soggiunge il ragazzo con la barba sottile e disegnata, che questo è un amore più adulto, più evoluto?
-Ma no, perché vi intestardite su que ste etichette freudiane, mica c’è solo Freud a questo mondo, tutti noi siamo esseri biologici e tutti noi siamo persone. A volte più esseri biologici che individui, a volte più individui che esseri biologici. – si guarda intorno ridacchiando e soggiunge: - e a volte anche altro, no?
Il dibattito si riaccende, sembra che i partigiani dell’uno e dell’altro amore cerchino di sostenere la superiore bontà del proprio; Francesco appare leggermente irritato.
-Signori, un po’ di attenzione, prego, parlate con me. Con me, oggi siete qui per parlare con me, tra voi parlerete a pranzo. Cosa vi conferisce l’autorità di giudicare migliore o peggiore un tipo o l’altro di amore? Quell’amore va bene per la persona che lo prova? E allora è il migliore per lui. Che c’entrate voi, scusate? Mica siamo in una piazza, o in un tribunale. Siete medici o no? Il paziente viene da voi per farsi curare, mica per farsi dire come deve amare. Perbacco!
- Anzi, prosegue, il paziente viene da voi perché sta male, quando sta male, e quindi quando il suo amore l’ha perduto, quando la persona che ama non è più con lui, l’ha lasciato, o sta morendo o è morta. E siccome non tutti i legami sono uguali, non tutti i lutti sono uguali. Se volete aiutare il vostro paziente dovete capire che tipo di lutto ha, che tipo di legame aveva. Se uno è innamorato e sta bene, e la persona che ama sta bene, che cazzo ci viene a fare da voi, eh? Per farsi invidiare? Voi dovete riflettere e ascoltare, e non avere fretta. Un legame d’attaccamento, per esempio, com e si esce dal lutto? Come fa un bambino, lasia la madre e si lega ad altre persone. Ad un compagno, a una compagna, agli amici. E’ normale. Non vi sembra normale? – Alza leggermente la voce per sovrastare e azzittire il brusio. – Silenzio. Ora vi racconto una storia, io son siciliano, si sente, vero? Si sente. Quando tornavo a casa mia madre si vantava del figlio che risolveva, diceva lei, tutti i problemi delle persone, le madri, lo sapete, coltivano delle illusioni. Allora rientro a casa e mi dice Francè, ci sta il tale che tu gli devi parlare, dice, la figlia non gli parla più. E ma perché? Perché non son neppure tre mesi che è morta la moglie e già si porta in casa delle donnine. Donnine? Insomma, donnine, rispetto a lui, ha ottant’anni e si porta delle donne di settanta, un po’ meno o un po’ più. E allora? E allora la figlia non gli parla, dice insomma la mamma è ancora ca lda. Io gli vado a parlare e questo mi fa ma che vogliono, mia figlia che vuole? Io mica gli manco di rispetto a mia moglie. Mai in cinquant’anni di matrimonio le ho mancato di rispetto, giuro, ma ora è morta e io sono solo. Ho bisogno di qualcuno che badi a me. Questo signore aveva perfettamente ragione. Era legatissimo alla moglie, un legame d’attaccamento, un legame biologico, e per cinquanta, o più anni, non mi ricordo, per tutto quel tempo il legame aveva funzionato, il matrimonio era stato felice, lui era stato un marito fedele e devoto. A maggior ragione la figlia non riusciva a capire e a sopportare. Ma come, diceva, la mamma è ancora calda e lui già la sostituisce così? Ma allora non le voleva bene, allora non aveva valore. Invece no. Il signore ottantenne stava cercando di uscire dal lutto, nel modo che era giusto per il suo tipo di legame: la sostituzione. Un modo sano, ma socialmente on accettato. Vi chiedete perché?
Li ha catturati, se lo chiedono, e lui incalza –Perché la società di oggi privilegia l’individualità, e quindi il legame di assimilazione. Per questo legame la persona amata è un individuo unico, insostituibile, e se è insostituibile non può essere sostituito, no? Come fate a sostituire uno che è parte di voi? La potreste sostituire la vostra mano? E’ parte di voi, abbiamo detto, e allora? Allora la dovete tenere dentro di voi, la dovete portare dentro di voi. Lui è sempre dentro di me, non l’avete mai sentita questa? Ma voi l’ascoltate la gente? E’ come se fosse ancora qui, vi dicono, lo porto sempre con me.  Disinvestite, come dice Freud, il sentimento che avete investito in un oggetto esterno e lo reinvestite nello stesso oggetto che avete portato dentro di voi. Ma siccome in questa operazione vi avanza del sentimento, perché per l’oggetto interiorizzato ve ne serve meno, la differenza la potete reinvestire in un altro legame.
- E se non ci riesce?
-Se non ci riesce, dice Freud, muore.- e ride -  Come Romeo e Giulietta.- ridacchia, ma ridiventa serio -  Ma attenzione, non è che deve per forza morire. Il lutto semplicemente si blocca; la vita della persona rimane bloccata nel lutto. Nulla si muove più. Guardate, in ogni condominio c’è una famiglia bloccata nel lutto. Per esempio il disinvestimento e l’interiorizzazione non funziona se ci sono degli ostacoli. E gli ostacoli, pure questo lo dice Freud, mica io, gli ostacoli sono la rabbia e la colpa. Avevo un paziente, un ufficiale dei carabinieri, che aveva perduto il suo unico figlio, pure lui carabiniere, che s’era suicidato. Con la pistola d’ordinanza. E questo signore, tutto d’un pezzo, che adorava il figliolo con un perfetto legame d’assimilazione, non poteva accettare il suicidio e doveva a tutti costi dimostrare ch’era stato ammazzato. Per un complesso di rabbia e colpa, senso di colpa, voi capite, era colpa sua se era carabiniere, questo figlio, e se non lo fosse stato non si sarebbe suicidato con la pistola d’ordinanza. Ma era pure arrabbiato perché se questo figlio era un suicida l’aveva deluso. Così continuava a indagare per cercare l’assassino, con tutte le complicazioni dovute alle gerarchie militari,  uhhh, vi potete immaginare.
-E lei come l’ha aiutato?
-Non l’ho aiutato. Non ci sono riuscito. In nessun modo ci sono riuscito. Non l’ho potuto aiutare. Per aiutarlo avrei dovuto sospingerlo a cambiare, a crescere, a spostare il suo atteggiamento da quello di un individuo a un atteggiamento umano. Perché , e si tocca il naso, come se sospingesse verso l’alto un paio d’occhiali, si cresce andando in crisi, e spostando il proprio atteggiamento, da individuo a essere biologico o viceversa oppure, … perché…. Vediamo, nessuno di voi ha provato un diverso tipo d’amore?
Stavolta c’è aria dubbiosa tra gli astanti. Che altro tipo d’amore? Il timido giovane con la barba disegnata solleva un dito e al cenno d’invito di Francesco soggiunge:

"Amore è anche voler far felice la persona amata, volere il suo bene.
-Ecco, e come fa a farla felice, come fa a sapere quale sia il suo bene?

-Si cerca di capire, si prova
-Bravo, e per capire ci si avvicina, ci si approssima, perché la persona amata è un altro, non è parte di noi, e non è lei che ci fa star bene, siamo noi che dobbiamo, o meglio desideriamo far sta bene lei. Un amore per approssimazione, per avvicinamento. Questo, aggiunge alzando leggermente il tono di voce, è l’amore della MADRE, della madre per il bambino.

L’attaccamento era l’amore del bambino per la madre, e questo è l’amore della madre per il bambino. La madre non smette mai di avvicinarsi al figlio, non smette mai di fare qualcosa per lui, di volere il suo bene. I due amori non sono uguali. Capisce, mia cara, e si rivolge alla Bimba, capisce perché dicevo che non è detto che l’amore di lui per lei sia dello stesso tipo del suo? Potrebbe, certo, esserlo, ma non è detto.
 
Bene. Francesco ha continuato la sua lezione, ha spiegato come l'attaccamento si ripari con la sostituzione, l'assimilazione con introiezione e disinvestimento e la dedizione con il proseguire gli scopi della persona perduta. 
Certo, concorda lui, si tratta di una semplificazione didattica che non può esaurire l'infinita varietà e mutevolezza dell'essere umano, eppure, ribadisce, guardiamo come sono le cose nella maggior parte dei casi, nell'ottanta per cento, diciamo. La gente, in genere, è così, si comporta così.
 
So che ha ragione, ma solo in un ambito diagnostico, di fotografia di una situazione in movimento. O di riepilogo di un amore finito.
Mi vien da ridere se penso che la gente abbia la scelta tra solo tre tipi di amore. Cosa vuole? attaccamento, passione o devozione? Busta uno, busta due o busta tre? Bene, il nostro concorrente ha scelto la tre! Ora vediamo... Devozione! Un applauso, signori. Allegria!
E, si sa, una volta aperta,  la busta non si può cambiare.... Il notaio controlla.
Ma, fuori dalla fiction psicoterapica, il mondo corre in avanti lungo la freccia direzionale della quarta dimensione: il tempo. E lungo la stessa dimensione corre l'amore. L’amore degli amanti, quello dei genitori, dei figli, degli amici, dei fratelli.
Un amore vivo non si lascia afferrare, autopsiare: potrebbe morirne. Un amore vivo cambia, cresce, corre, travolge, ride, vola.
Un amore vivo è una strada che si addentra nel futuro, è un'esplorazione di sé e dell'altro. E' attaccamento devoto, è passione irrefrenabile e subito dopo quieto appagamento; confidenza, consolazione reciproca, ricerca continua, ascolto. Un amore ti spia dolcemente, ti osserva deliziato, ti previene, e si consola tra le tue braccia.
Perdere un amore così, certo, può spingerti a sostituirlo per non morirne, ma può essere solo una sostituzione parziale, mentre dentro di te comunque un poco muori, senza fine, ogni giorno, e se qualcosa può aiutarti a sopportare, forse è la convinzione che la separazione abbia un senso per il bene del tuo amato.
La passione senza attaccamento sarebbe un'altalena terribile di ansie e desideri, di ricongiungimenti e distacchi, estenuante, mentre l'attaccamento senza passione, negli anni, diverrebbe un soporoso protrarsi di un'infanzia adulta interminabile. Infine è la devozione che fornisce un senso profondo ad ogni contrasto, ad ogni sacrificio. La devozione permette di condividere l'amore, la devozione permette di conoscersi, di fondersi, di aprire delle porte, di parlare veramente da un cuore ad un altro cuore. La devozione non è gelosa, pur se timorosa di un possibile distacco. La devozione fa spazio ad altre passioni, ad altri attaccamenti, ad altri amori. Ma, lasciata sola, svuotata dalla passione, dal desiderio di assimilazione, di mescolarsi, di fondersi, diventa un legame fraterno, lievemente malinconico, un legame vecchio.
L’amore è come una creatura vivente; però finisce. Talvolta si esaurisce, altre volte viene ucciso; a volte finisce con la morte di una delle persone amate, a volte no. Dispiace sempre vederlo morire, si vorrebbe soccorrerlo, consentirgli di mutarsi in una forma d’amore diversa. Talvolta si riesce. A volte no.
Ah, Francesco, noi dobbiamo ancora parlare."
 
 

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Commenti al Post:
selenia56
selenia56 il 19/08/10 alle 19:47 via WEB
Sono forse la meno indicata per parlare dell'anmore "busta 1,2 o 3" penso che ne esistano talmente tanti tipi di amore o che anche lo stesso possa essere percepito come diverso da una persona rispetto ad un'altra comunque quell'analisi aveva in sè varie sfacettature di verità. Per me però non può essere un amore quello che ti vede come proprietà, appartenenza totale e che ti vuole plasmare a immagine e somiglianza di un ideale personale, come non può essere amore tutto ciò che ti fa male...e potrei proseguire a lungo. Come vedi mi è più semplice definire ciò che non è amore ;)
 
 
sensuale_tt
sensuale_tt il 19/08/10 alle 20:54 via WEB
nessuno non e' indicato per parlare dell'amore. tutti in modo o nell'altro abbiamo amato siamo stati amati abbiamo formato con le nostre esperienze fin dai primi anni di eta' un'idea personale di che cosa sia per noi l'amore e amare. certamente l'influenza inziale nella cultura italiana fu quella religiosa e dell'amore associato alla rinuncia e all'essere servile, ma questo e' valso solo per le donne. raramente gli uomini sono servili e se lo sono, di nuovo sia per cultura che per nostra dna femminile, potrebbero essere considerati delle femminucce!. Le regole di cosa sia l'amore sono servite sempre a tenere la popolazione sotto uno stile di vita ben preordinato e imposto per la continuita' della specie e per la stabilita' di identita' delle nuove generazioni. tuttavvia l'amore in se ha un senso di egoistico in quanto quando si ama una persona di vorrebbe che essa ti amasse come tu desideri e abbisogni. La rinuncia nel ottenere questi requisiti dalla persona che ami indica un tuo amare piu' forte di quello che la persona che ami ha per te. certo non e' amore quello che ti fa male ed e' per questo che chi non ti da l'amore che tu hai bisogno di per se non ti ama altrimenti se ti amasse vorrebbe darti cio' che desideri e ti fa felice. questo non e' voler plasmare o accettare di essere plasmati ma semplicemente amare...tutto e' possibile tutto e' fattibile se veramente si ama l'altra persona e se l'altra persona ti ama. se ti fa soffrire egli/ella non ti ama...il sesso in questa equazione ha un valore considerevolmente differente dal coinvolgimento emotivo. in questo post ci sono tante verita' nascoste che solo rileggendolo diverse volte ci si
 
   
sensuale_tt
sensuale_tt il 19/08/10 alle 20:55 via WEB
puo' relazionare e capire che tipo di amore si e' vissuto, si desidera e che forse non si avra' mai!!!!!!!!
 
     
selenia56
selenia56 il 19/08/10 alle 22:39 via WEB
Sottoscrivo, chi ama vuole l'altro felice e si plasma in parte spontaneamente e naturalmente per renderlo tale e come sempre c'è in effetti chi ama un po' di più. E' vero anche l'aspetto più o meno egoistico e per questo spesso dico che la vera amicizia è superiore anche all'amore perchè è generosità e non possesso. Rifuggo invece da quelle pseudoamicizie chiuse, ricche di gelosia, che contano minuti, parole, impongono riti giornalieri e senso del possesso...quello a mio parere è un bisogno di proprietà per sentirsi validi e sicuri e non amicizia e lo stesso vale per gli pseudoamori dello stesso tipo. Ciao Sensi ;)
 
sensuale_tt
sensuale_tt il 20/08/10 alle 02:28 via WEB
verissimo tutto quello che dici, ma per raggiungere tali livelli di amore ed amicizia ci vuole stima e fiducia che a sua volta si raggiungono solo se c'e' sincerita' e schiettezza. ma quando entrambe mancano o la verita' offende o addolora l'altro, allora l'amore si va a far fottere...e nell'amicizia talvolta non sempre si puo' dire tutto ma la verita' per quanto riguarda il rapportarsi con l'amico/a e' comunque essenziale. non sempre l'amicizia e' meglio se per uno dei due si trasforma in amore...(sia nelle relazioni etereo che non). oggigiorno e' sempre piu' difficile capire chi e' degno del nostro tempo pensiero e attenzione. buona notte con cordialita' e...sincerita'
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
arianna il 14/08/11 alle 21:31 via WEB
Ma in che cosa consiste realment l'amare?
 
 
sensuale_tt
sensuale_tt il 14/10/11 alle 01:13 via WEB
Se hai bisogno che te lo dica una sconosciuta nel virtuale allora la situazione é ancor piú triste di quanto credevo!!!!!
 
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