AQUILA INDIANA

LE CULTURE INDIANE - 6^ parte


 LA COSTA NORD-OCCIDENTALELa costa nord-occidentale si estende per oltre tremila kilometri lungo la zona costiera dell'area compresa fra la baia di Yakutat in Alaska ed il confine settentrionale dell'odierna California.Al tempo dell'arrivo dei primi europei, nella seconda metà del XVIII secolo, vi abitava una complessa mescolanza di etnie appartenenti ad almeno nove differenti famiglie linguistiche.Il territorio della Costa nord-occidentale è costituito da un susseguirsi ininterrotto di fiordi e di isolette ricoperte da una fitta coltre di foresta pluviale temperata con un regime di precipitazioni costante dall'autunno alla primavera.La principale forma di sussistenza veniva dalle attività collegate al mare, la dieta alimentare veniva inoltre integrata con la raccolta intensiva dei frutti selvatici, elemento questo che favorì grandi insediamenti umani pressoché stanziali.
La struttura sociale era basata su classi aristocratiche con lignaggi ereditari ed era caratterizzata dalla presenza dell'istituzione della schiavitù.Anche dal punto di vista tecnologico i popoli della costa nord-occidentale raggiunsero un elevato grado di perfezione.L'anno è diviso in due semestri; l'estate dedicata all'accumulo di risorse, si ha una vita sociale appartata delle singole famiglie, periodicamente isolate in territori di caccia e di pesca; l'inverno invece trascorre in un susseguirsi ininterrotto di cerimonie religiose.Le favorevoli condizioni di vita di questa area, l'abbondanza delle risorse naturali e alimentari dei "popoli del salmone" che favorì un'elevata densità di popolazione ed un notevole surplus economico, permisero di destinare tempo ed energie alla creazione artistica. Le produzioni artistiche di questi popoli sono tra le più varie e raffinate di tutta l'America precolombiana.I villaggi, costituiti da grandi case rettangolare di travi di legno, divengono un attivo centro di vita sociale. La divisione dei due periodi dell'anno comporta una scissione periodica dei gruppi di aggregazione sociale. D'estate gli individui, non legati da vincoli di consanguineità, si raggruppavano in "clan" i cui nuclei di origine mitica vengono evidenziati con i "totem", monumentali pali in legno scolpito e dipinto, posti dinnanzi alla porta delle case di ciascun clan.
D'inverno i clan si scioglievano e i loro componenti si riunivano in confraternite religiose. Ogni confraternita era rappresentata da un animale divinizzato. Fra questi animali particolare importanza avevano il Corvo, il Lupo e l' Aquila. Il capovolgimento delle strutture di aggregazione sociale è segnato ritualmente dalla venuta della principale divinità venerata da queste etnie: "il dio cannibale".Oltre alla divinità principale vi erano una moltitudine di spiriti buoni e cattivi, con i quali gli sciamani comunicavano attraverso l'usuale tamburo di pelle. Questi spiriti erano in gran parte collegati alle leggende mitiche dei clan e per ognuno di essi vi era una maschera particolare che veniva indossata quando gli si dedicavano danze e invocazioni.La cerimonia più rappresentativa del carattere religioso e sociale dei popoli della costa nord-occidentale è "il potlack".
Con questa articolata festa cerimoniale, l'ospite fa una serie di doni di lusso (in relazione al suo rango sociale) agli invitati che appartengono al suo gruppo familiare. Il "donatore" acquisisce così una precisa posizione sociale ed una conseguente influenza politica all'interno del sistema gerarchizzato, esercitando una forma di pressione psico-sociale sul "donatario" che prima o poi ha l'obbligo di rendere almeno l'equivalente di ciò che ha ricevuto, nella stessa forma del Potlach.