AQUILA INDIANA

Storia ed altro dei nativi americani

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: Cavallo_pazzo_1
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 66
Prov: RM
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

LO SPIRITO DEL VENTO

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

CRAZY HORSE

 

TATANGA MANI



Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo e con essa mi sento bene. Alcuni dei miei amici sono nati con la pelle gialla, nera o bianca.
Nessuno l’ha scelta e va bene così. Ci sono rose gialle, rose rosse e bianche, ognuna di esse è bella.
Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore, vadano d’accordo e lavorino insieme senza che la maggioranza cerchi di uniformare gli altri al proprio vivere. 
                                                       (Tatanga Mani)

 

GERONIMO

 

TRE AQUILE

 

CHEROKEE

 

NUVOLA ROSSA

 

ARKEKETAH, DELLA TRIBÙ DEGLI OTO

 

JOSEPH, DELLA TRIBÙ DEI NASI FORATI

 

AH-LA-KAT, NIPOTE DEL CAPO JOSEPH

 

TORO SEDUTO (SIOUX)

 

VICTORIO

 

COCHISE

 

METACOM (RE FILIPPO-FIGLIO DI MASSASOIT)

 

 

LE CULTURE INDIANE - 7^ parte

Post n°16 pubblicato il 03 Aprile 2011 da Cavallo_pazzo_1

 IL SUBARTICO

La zona del Subartico comprende una vasta parte del territorio americano, fra le Montagne Rocciose a ovest e l'isola di Terranova a est; include gra parte dell'odierno Canada e dell'interno dell'Alaska.

E' una regione densamente ricoperta da conifere, costellata da boschi di pioppi e salici; verso nord la fitta coltre arborea dirata aprendosi progressivamente agli ampi orizzonti della tundra artica. L'ambiente è inoltre fortemente caratterizzato da molti laghi, stagni e fiumi di ogni forma e dimensione.

In questa vasta area si hanno i valori più bassi di densità abitativa di tutto il continente americano; i gruppi umani insediativi si suddividevano in centinaia di unità appartenenti per lo più alla stessa famiglia, e con un minimo di organizzazione sociale. Si trattava di gruppi di cacciatori nomadi adattatisi a condizioni climatiche estremamente difficili e naturalmente legati ai cicli stagionali della fauna.

D'estate si ritrovavano intorno ad alcuni centri di commercio dove potevano scambiare i prodotti accumulati nel duro inverno trascorso nelle foreste ed era in queste occasioni di incontro che si svolgevano i loro riti collettivi più importanti.
La tecnologia di questi gruppi era piuttosto rudimentale, fabbricavano archi e frecce, trappole, racchette da neve, canoe di corteccia di betulla e particolari slitte invernali da trasporto.
Tagliavano e cucivano le pelli per abiti e calzature che decoravano con aculei di porcospino bagnati, schiacciati e tinti con coloranti vegetali.
Il modello di abitazione era il classico teepee di pelle su intelaiatura di pali di legno.

 
 
 

LE CULTURE INDIANE - 6^ parte

Post n°15 pubblicato il 17 Marzo 2011 da Cavallo_pazzo_1

 LA COSTA NORD-OCCIDENTALE

La costa nord-occidentale si estende per oltre tremila kilometri lungo la zona costiera dell'area compresa fra la baia di Yakutat in Alaska ed il confine settentrionale dell'odierna California.

Al tempo dell'arrivo dei primi europei, nella seconda metà del XVIII secolo, vi abitava una complessa mescolanza di etnie appartenenti ad almeno nove differenti famiglie linguistiche.
Il territorio della Costa nord-occidentale è costituito da un susseguirsi ininterrotto di fiordi e di isolette ricoperte da una fitta coltre di foresta pluviale temperata con un regime di precipitazioni costante dall'autunno alla primavera.
La principale forma di sussistenza veniva dalle attività collegate al mare, la dieta alimentare veniva inoltre integrata con la raccolta intensiva dei frutti selvatici, elemento questo che favorì grandi insediamenti umani pressoché stanziali.


La struttura sociale era basata su classi aristocratiche con lignaggi ereditari ed era caratterizzata dalla presenza dell'istituzione della schiavitù.
Anche dal punto di vista tecnologico i popoli della costa nord-occidentale raggiunsero un elevato grado di perfezione.
L'anno è diviso in due semestri; l'estate dedicata all'accumulo di risorse, si ha una vita sociale appartata delle singole famiglie, periodicamente isolate in territori di caccia e di pesca; l'inverno invece trascorre in un susseguirsi ininterrotto di cerimonie religiose.

Le favorevoli condizioni di vita di questa area, l'abbondanza delle risorse naturali e alimentari dei "popoli del salmone" che favorì un'elevata densità di popolazione ed un notevole surplus economico, permisero di destinare tempo ed energie alla creazione artistica. Le produzioni artistiche di questi popoli sono tra le più varie e raffinate di tutta l'America precolombiana.

I villaggi, costituiti da grandi case rettangolare di travi di legno, divengono un attivo centro di vita sociale.
La divisione dei due periodi dell'anno comporta una scissione periodica dei gruppi di aggregazione sociale. D'estate gli individui, non legati da vincoli di consanguineità, si raggruppavano in "clan" i cui nuclei di origine mitica vengono evidenziati con i "totem", monumentali pali in legno scolpito e dipinto, posti dinnanzi alla porta delle case di ciascun clan.


D'inverno i clan si scioglievano e i loro componenti si riunivano in confraternite religiose. Ogni confraternita era rappresentata da un animale divinizzato. Fra questi animali particolare importanza avevano il Corvo, il Lupo e l' Aquila. Il capovolgimento delle strutture di aggregazione sociale è segnato ritualmente dalla venuta della principale divinità venerata da queste etnie: "il dio cannibale".
Oltre alla divinità principale vi erano una moltitudine di spiriti buoni e cattivi, con i quali gli sciamani comunicavano attraverso l'usuale tamburo di pelle. Questi spiriti erano in gran parte collegati alle leggende mitiche dei clan e per ognuno di essi vi era una maschera particolare che veniva indossata quando gli si dedicavano danze e invocazioni.

La cerimonia più rappresentativa del carattere religioso e sociale dei popoli della costa nord-occidentale è "il potlack".

Con questa articolata festa cerimoniale, l'ospite fa una serie di doni di lusso (in relazione al suo rango sociale) agli invitati che appartengono al suo gruppo familiare. Il "donatore" acquisisce così una precisa posizione sociale ed una conseguente influenza politica all'interno del sistema gerarchizzato, esercitando una forma di pressione psico-sociale sul "donatario" che prima o poi ha l'obbligo di rendere almeno l'equivalente di ciò che ha ricevuto, nella stessa forma del Potlach.

 
 
 

LE CULTURE INDIANE - 5^ parte

Post n°14 pubblicato il 17 Marzo 2011 da Cavallo_pazzo_1

 IL GRAN BACINO

L'area culturale del Gran Bacino è posta a ovest tra la Catena della Costa e la Sierra Nevada, a est tra le Montagne Rocciose e i Monti Wasatch. A nord è limitata dai fiumi Snake e Columbia, a sud dal fiume Colorado e dalla Valle della Morte.

Gli indiani del Gran Bacino appartenevano per lo più alla famiglia linguistica uto-atzeca (Shoshoni a nord, Ute nell'area del Grande Lago Salato e Paiute a occidente).

 

Le popolazioni adottarono una base di sussistenza strettamente legata alle condizioni ecologiche del Gran Bacino.
La base alimentare principale era costituita dai pinoli e da un centinaio di altre specie vegetali quali radici, noci, bacche e ghiande.
La caccia riguardava principalmente antilopi e conigli ma anche piccoli roditori, lucertole, bisce, locuste, cavallette e persino larve di zanzara che costituivano un prezioso integratore proteico.
La forma di organizzazione sociale primaria era la banda non gerarchizzata da 10 a 20 individui; più bande si riunivano solo in occasioni di grandi battute di caccia alle quali generalmente seguiva un periodo di importanti contatti sociali che frequentemente portavano a contrarre nuovi matrimoni.

I tipi di abitazione più diffusi erano la capanna conica ricoperta di ramaglie e paglia e la capanna a calotta di rami intrecciati.

La tecnologia dei gruppi indigeni del Gran Bacino era fra le più povere di tutto il continente americano e frale più primitive di tutte le colture della terra. I loro manufatti più tipici erano in pietra; conoscevano l'intreccio delle fibre vegetali, la concia delle pelli, l'arco e le frecce. L'unico manufatto veramente caratteristico erano le lunghe reti utilizzate nelle battute di caccia collettiva al coniglio.
La religione consisteva sostanzialmente nel ricorso individuale alle potenze soprannaturali e al proprio "Spirito protettore".

L'introduzione del cavallo in seguito all'arrivo degli spagnoli in Mesoamerica modificò velocemente e radicalmente il modello culturale di quest'area. Si cominciò a cacciare il bisonte e a praticare la guerra.

Fu introdotto l'uso del "teepee" rivestito di pelli e degli abiti tagliati e cuciti sino a che l'originario modello culturale non fu del tutto abbandonato per adottare quello dei vicini gruppi delle praterie.

 
 
 

LE CULTURE INDIANE - 4^ parte

Post n°13 pubblicato il 08 Marzo 2011 da Cavallo_pazzo_1

IL SUD-OVEST

L'area culturale del Sud-ovest si estendeva a sud del fiume Colorado occupando la parte meridionale delle Montagne Rocciose, l'altopiano del Colorado e l'area a oriente del Rio Grande. Un vasto territorio arido e semiarido caratterizzato dalla presenza intermittente di corsi d'acqua.

Nella sub-area dell'alto corso del Rio Grande troviamo la cultura dei pueblo (nome dato dagli spagnoli a questi tipici villaggi murati).
Costruiti secondo un preciso progetto urbano ogni pueblo era composto da più unità abitative, locali comuni per l'immagazzinamento delle scorte alimentari e degli arnesi, stanze destinate esclusivamente alla celebrazione dei riti sacri nonchè una o più "Kiwa" (particolari residenze sotterranee) che fungevano da luogo di riunione e di culto per gli uomini e generalmente anche campi per il gioco della pelota.

L'arte religiosa era fondamentalmente dualista, cioè fondata su una essenziale dualità di principi, e i riti erano sovraintesi da una numerosa e complessa classe sacerdotale che faceva riferimento ad un ristretto gruppo di capi religiosi.

La cerimonia più importante era la danza della pioggia ma c'era anche il culto della fertilità, della caccia e della guerra.
Le divinità erano generalmente costituite da una rappresentazione concreta dei fenomeni astronomici e naturali ed erano impersonate da forme animali come il serpente, gli uccelli e diverse specie di anfibi.
Si avevano anche divinità di tipo impersonale. 
Gli indiani pueblo assegnavano un preciso valore ad ogni colore legato alla simbologia delle direzioni dell'universo e al concetto del "centro unificante".
Possedevano un articolato calendario che sintetizzava sia esigenze di tipo cronologico che di tipo cerimoniale.


Nell'area circum-pueblo erano stanziate una serie di popolazioni di cultura intermedia tra quella pueblo e quella delle praterie. Si trattava di gruppi etnici che si erano spostati a diverse riprese dal Subartico verso sud attraverso le grandi pianure centrali, per lo più Navajo e numerosi gruppi della sottofamiglia Apache.
Inizialmente dediti alla caccia e alla raccolta dei frutti spontanei, sistemi di sussistenza che progressivamente abbandonarono per far propri quelli dei più evoluti vicini pueblo e alla pastorizia introdotta dagli spagnoli.

L'area sub-pueblo, l'area più arida del sud-ovest, era abitata da gruppi che avevano la loro base di sussistenza nell'agricoltura intensiva ma decisamente con tecniche di colture poco evolute. Piuttosto elementare era anche la loro organizzazione sociale condizionata dalle dure condizioni climatiche caratterizzate da frequenti carestie che impegnavano quotidianamente nella lotta per la sopravvivenza.

 
 
 

LE CULTURE INDIANE - 3^ parte

Post n°12 pubblicato il 07 Marzo 2010 da Cavallo_pazzo_1

 LE PRATERIE

Con il nome di "praterie" si indica la parte centrale del continente nordamericano, compreso fra il versante orientale delle Montagne Rocciose e la linea di continuità costituida dal corso del fiume Mississippi e dal margine occcidentale del Lago Superiore.

La superficie complessiva dell'area supera i tre milioni di chilometri quadrati, estendendosi dal Canada agli USA. Questa zona è occupata da praterie temperate continentali popolate da abbondante selvaggina di grossa taglia e in particolar modo dal bisonte.

Gli studi  più moderni suddividono quest'area in tre sub-aree:
1) Pianure settentrionali
2) Pianure meridionali
3) Praterie

Al momento del primissimo contatto con gli europei, i popoli che abitavano le praterie erano agricoltori, per lo più insediati in villaggi fissi lungo il fiume Missouri e degli altri affluenti di sinistra del Mississippi. Coltivavano una specie di mais resistente al freddo ed i fagioli.

Vivevano in grandi case a pozzo quadrate o circolari, con tetti formati da travi pesanti ricoperte di terra. I villaggi erano sparpagliati ed ognuno arrivava intorno alle cento unità di individui.
L'introduzione del cavallo, avvenuta fra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento, rivoluzionò i tradizionali sistemi culturali ed impose un diverso modo di vivere ai popoli delle praterie.

Il sistema agricolo sedentario fu velocemente soppiantato da un'economia fondata sulla caccia del bisonte, che richiedeva il nomadismo stagionale dei gruppi che la praticavano.

Si sviluppò al contempo un'accesa conflittualità inter-etnica di proporzioni prima d'allora sconosciute, esacerbata anche dal costante flusso di popolazioni che si riversarono verso l'area delle praterie da ogni direzione, causata in parte dall'espansione delle popolazioni europee ma fondamentalmente per i vantaggi economici sull'uso del cavallo nella caccia.

Si determinò anche un progressivo mutamento delle strutture sociali; le donne abbandonando i campi, furono relegate alle attività domestiche con una conseguente diminuzione del prestigio familiare; i giovani si organizzarono in società cerimoniali di guerrieri il cui capo veniva scelto generalmente in base a considerazioni di merito e di età.

Il profondo mutamento del sistema di vita interessò anche la tecnologia e l'arte. La gran parte dei prodotti creati e usati dagli indiani delle praterie presentavano come componente essenziale la pelle.

La tipica abitazione di questi gruppi era il teepee con struttura in legno e copertura di pelle di bisonte. Di pelle erano anche gli abiti, i mocassino, gli scudi, i recipienti, le bisacce, le faretre e molti altri oggetti tipici. Utilizzavano le pellicce, le piume, le corna e più raramente il legno e la pietra che veniva lavorata per creare le teste delle mazze da guerra e i tipici anelli che occorrevano per fissare a terra le pareti dei teepee.

Fra le espressioni artistiche caratteristiche dei popoli delle praterie ci sono le pelli di bisonte istoriate a motivi geometrico-simbolici e con disegni raffiguranti scene di caccia, di guerra e di danze ed anche le grandi decorazioni dipinte sulla superfice esterna dei teepee.

Le religioni dei popoli delle praterie combinavano lo sciamanismo al culto di una entità suprema che presso i sioux aveva il nome di Wakonda; praticavano la ricerca dell'estasi onirica attraverso il ricorso alle danze parossistiche, possedevano società cerimoniali, adoravano un feticcio e facevano uso di talismani.

I gruppi etnici che abitavano le pianure settentrionali fra il XVII e il XIX secolo appartenevano principalmente alle famiglie linguistiche algonchina e sioux; gli algonchini erano presenti nell'area degli affluenti del fiume Saskatchewan (cree, piegan, kainah, siksika e atsina), sull'altopiano delle Black Hills e lungo il corso del fiume Arkansas (cheyenne e arapaho); i sioux (assinibon ed etnie della sottofamiglia lakota) popolavano il restante territorio. L'area più settentrionale era occupata dall'etnia athapaska dei sarsi.

Le etnie delle pianure meridionali appartenevano a cinque diverse famiglie linguistiche:
- athapaska (kiowa-apache e lipan)
- caddo (wichita)
- uto-aztechi (comanche)
- hoka (sottofamiglia tonkawa)
- kiowa-tano (kiowa).

I gruppi delle praterie costituivano una compatta maggioranza linguistica sioux (omaha, ponca, iowa, mandan e le etnie della sottofamiglia dhegiha-osage). Questi gruppi a differenza degli altri indiani delle praterie, continuarono a praticare l'agricoltura e a vivere in insediamenti permanenti per lunga parte dell'anno.

Fra i tratti culturali caratteristici dei gruppi di quest'area, si trova il costume sepolcrale di lasciare i propri defunti su impalcature di pali in cimiteri ad una certa distanza dal villaggio. Credevano che col trascorrere del tempo, una volta che i corpi, lacerati dagli animali e dagli agenti atmosferici e ridotti ad un mucchio di ossa, lo spirito sarebbe finalmente stato libero di vagare nuovamente per la Terra.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Cavallo_pazzo_1
Data di creazione: 25/04/2009
 

LA RUOTA DELLA MEDICINA

  

Per i Nativi americani ogni individuo che nasce, viene  spinto da un soffio di vento delle  quattro  direzioni principali Nord, Sud, Est, Ovest,  a seconda  di quale vento sia predominante nel momento della nascita di tale bambino. Ogni vento ha delle particolari peculiarità a seconda della provenienza, e della sua rappresentazione.

 

 

NORD

Nord: conoscenza e saggezza

Il colore del Nord è il bianco, il colore della purezza e dell’equilibrio, è la trasparenza. Esso è la somma di tutti i colori dello spettro solare e rappresenta perciò la perfezione e la completezza.

L’elemento associato è l’aria. Essa trasporta i nostri pensieri, sogni e aspirazioni ed è perciò associata alla mente e alla comunicazione. Essa è legata anche al vento che sfiora l’anima di tutte le cose viventi e porta nei suoi viaggi una particella di tutto ciò che tocca. La parola chiave è: ”ricevere con la mente”.

Il Nord simboleggia l’Inverno e alle stelle che per i Nativi erano simbolo di universalità e protezione divina. Essi credono infatti di discendere dal Popolo delle Stelle. Il Nord è anche il Luogo degli Anziani, della conoscenza e della saggezza. Conoscenza significa “ciò che è conosciuto” e per i Nativi comprende filosofia, religione, scienza, che si devono integrare reciprocamente nella vita.

L’animale Totem connesso a questa direzione è il bisonte.
Il Bisonte era l’animale più importante per i Nativi Americani perché si donava completamente per permettere all’uomo di vivere, fornendogli tutto ciò di cui aveva bisogno.

 

 

EST

Est: illuminazione

Il colore dell’Est il Giallo; questa direzione è associata  al Sole come astro e alla Primavera come stagione, rappresenta la rigenerazione e la trasformazione, la via dell’illuminazione interiore.

L’elemento associato è il fuoco, ciò che arde senza bruciare per riscaldare e portare alla crescita; è la manifestazione materiale del Grande Spirito.

La parola chiave è: “determinare con lo spirito”.
Il Potere dell’Est è il Potere della Luce, dell’illuminazione mentale e spirituale e della visione interiore che deriva dalla coscienza dell’unità di tutte le cose viventi e la consapevolezza della Visione Interiore.

L’animale totem associato all’est è l’aquila.
L’Aquila è il simbolo della libertà da tutte le forme di ignoranza e bigottismo, della chiaroveggenza e della preveggenza poiché è l’animale che vola più in alto e che può vedere tutto e che riesce a guardare direttamente il Sole senza essere accecata dalla sua luce. Essa custodisce la dimora degli ideali più nobili.

 

 

SUD

Sud: fiducia e innocenza

Il Sud è legato al colore Rosso e all’Estate e rappresenta  la vitalità, il vigore fisico, il coraggio e l’energia sessuale; rappresenta la giovinezza, la generosità, la passione, l’amore. 

L’elemento associato è l’acqua. L’acqua prende la forma del suo contenitore e  scorre prendendo la forma di ciò su cui scorre per cui essa rappresenta la fluidità e l’adattabilità. L’Acqua dona la vita perché rende fertile la Terra, fa nascere le piante e le alimenta.

La parola chiave è: “dare con le emozioni”.

L’animale totem è il topo.
Il topo rappresenta la capacità di prendere coscienza delle cose avvicinandosi ad esse con le sensazioni e il tatto. Il Sud insegna ad agire nello stesso modo, con fiducia nel nostro istinto, nelle nostre sensazioni e nelle nostre emozioni.

 

OVEST


Ovest: introspezione e trasformazione

Il colore dell’Ovest è il Nero, il colore della non-forma da cui tutto ha origine. Esso assorbe tutti i colori dello spettro in sé, immagazzina ed è protettivo. Nere erano infatti le Tende della Luna, i tepee dove le donne Native si ritiravano durante le mestruazioni, per ascoltare nelle profondità del loro corpo il potente contatto con la Madre Terra. L’ovest è la direzione dove tutto è in funzione di qualcosa che deve avere il suo ciclo, ciò che nasce deve inevitabilmente morire; è legata alla Luna come astro e a tutto ciò che è ciclico. 

L’elemento collegato all’ovest è la Terra che ha come caratteristiche la solidità, la stabilità e la fermezza fino all’inerzia.

L’Ovest è l’unica direzione associata a qualcosa di concreto e di materiale;  è il luogo delle apparenze, del mondo della forma, di ciò che si manifesta fisicamente ed il luogo dell’esperienza dove si impara e si cresce. La terra è rappresentata dalla sua forma più duratura, la pietra; da sostentamento, conforto e sicurezza.

L’Ovest è associato all’Autunno e la parola chiave è: “trattenere con il corpo”. Attraverso il corpo ci è consentito di immagazzinare energie e nutrimento, ma nel corpo si possono anche conservare le vecchie ferite che ci hanno fatto soffrire nelle emozioni, nella mente o nello spirito. 

L’animale totem associato all’ovest è l’orso bruno o il Grizzly che rappresenta la forza. Saper riconoscere il giusto momento per ritirarsi a recuperare le forze e riorganizzare i propri pensieri, solo così è possibile preparare nuove e fertili strategie di azione.

 

ULTIME VISITE AL BLOG

Cavallo_pazzo_1edilecenturionezebmakeyaquila.in.voloorchidea.80.boxLANUOVAECONOMIADanielaElisadimarcoantonio55cito7erikablondche_trentopatrizia.delmonacovirna.edoKosmic1
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIMI COMMENTI

Se noi abbiamo una città retta a democrazia che si...
Inviato da: Array2dgl
il 05/06/2015 alle 01:13
 
si può ben dire che gli indiani, ngenui, non abbiano...
Inviato da: pgmma
il 22/09/2013 alle 21:54
 
gran belle storie. siamo tragici, superficiali, ingiusti...
Inviato da: pgmma
il 15/08/2013 alle 08:38
 
casella postale piena
Inviato da: pgmma
il 15/07/2013 alle 08:42
 
queste storie mi hanno sempre affascinato, ho anche un...
Inviato da: pgmma
il 08/07/2013 alle 22:33
 
 

GRABBING BEAR

 

MASSASOIT (CAPO WAMPANOAG)

STATUA DI MASSASSOIT (capo Wampanoag)

 

WAHUNSONACOCK (CAPO POWHATAN - PADRE POCAHONTAS)

 

CHATO

 

NAICHE' (FIGLIO DI COCHISE)

 

NANA

 

MANGAS COLORADAS

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963