L'arca delle stelle.

ti amo


...e allora giro e rigiro in quella stanza che è stata mia, in quella dimensione distorta di una realtà che non mi appartine. Tu sei disteso nel letto, un grande letto, un letto che hai subito, in una stanza che ti è stata imposta, perchè lei non ti ha più voluto accanto. O meglio... ti ha voluto ancora...ma non nel suo letto...quello che è stato vostro. Il capo rivolto al soffitto. Gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Le mani ti tremano...è quasi una danza...sì, se ci fosse musica giurerei che la segui con movimenti ritmici. Ma non c'è musica e tu non danzi. Il tuo tremare è compagnia di una malattia antica. Mi sdraio accanto a te e ti parlo...ti sussurro parole di figlia che nulla vuole lasciare in sospeso.  Papà sono io, mi senti? Tu accenni impercettibile susssurrro...non capisco ma intuisco dal tremore che si ferma e lascia posto a un gesto deciso. Vuoi la mia mano...e io subito l'afferro e la fermo. Mano nella mano, mi sdraio accanto a te e osservo il soffitto, chiudo gli occhi per esserti più accanto... e canto, una canzone che ami. Il tuo corpo, un giorno possente, ora è gracile e vuoto...la vita è poca...la morte non ancora. Un momento surreale...ma poche volte mi sono sentita così vicina al tuo cuore. Ti ho detto qualcosa di importante... e per fortuna te l'avevo già scritto quando potevi leggere. Sò che sai...e questo basta. Forse non sentirò più la tua voce. Questo mi distrugge. Ti amo. Questo voglio porti con te.