LA MIA IDEA

CHE RAPPORTI CON GLI ALTRI


Finché discrimineremo con le nostre nozioni di buono e di cattivo, di bello e di brutto, di giusto e di sbagliato, rimarremo inesorabilmente soli. Nonostante la sensazione di parlare e di comunicare con altri, non li toccheremo mai. I nostri rapporti saranno basati sullo sfruttamento. Cosa posso avere dall’altro? Conferma i miei valori? Arricchisce il mio io? Se la risposta è positiva allora ci impossessiamo della parte dell’altro che ci serve, se è negativa lo rifiutiamo ignorandolo. Una volta compiuto il furto ci ritroviamo, stanchi, frustrati ed a mani vuote. L’altro invece è sempre un tesoro inestimabile che ha un valore tanto maggiore quanto la sua essenza è diversa dalla nostra. E’ un tesoro immenso nelle nostre vite nella misura in cui sappiamo vuotarci di noi stessi per lasciare posto a lui, per conoscerlo ed accettarlo. L’altro non è quell’Essere che vediamo con i nostri occhi stanchi, o che ascoltiamo con orecchie annoiate. Non è quel “poco” che pesiamo col nostro metro troppo piccolo per accogliere la vastità del suo cuore. L’altro è davvero un gigante che aspetta solo di essere scoperto e visto per donarci la sua visione del mondo e per ascoltare e ricevere la nostra. Ma come chiudiamo gli occhi a noi stessi lasciando venire in superficie solo la parte di noi che approviamo così li chiudiamo agli altri. Ci sfugge che così facendo disperdiamo tesori in selve impenetrabili nelle quali abbiamo eretto la dimora della nostra solitudine e dalle quali abbiamo scordato la strada del ritorno. Questo è vero, haimè lo vedo, perché quando un nuovo nick appare all’orizzonte invece di sobbalzarci il cuore in petto per la gioia ed il desiderio esso freme di paura e diffidenza. Ma se versiamo nella rete paura e diffidenza esse si daranno ragione a vicenda facendoci credere che abbiamo fatto bene a non prendere quel rischio a non spalancare la porta alla possibilità e quella porta chiusa rimarrà la porta che ci imprigiona.