ILBRUKO ASSOCIAZIONE

OGGI PARLIAMO DI VOLONTARIATO ^_____^


Secondo un sondaggio pubblicato di recente da una nota agenzia, sono circa sette milioni gli italiani che svolgono attività di volontariato.Un esercito in difesa dei più deboli: malati, poveri, adolescenti difficili, immigrati, barboni, tossicodipendenti, carcerati, prostitute, alcolisti, ma anche una milizia pronta a intervenire in difesa del territorio o in caso di calamità. Si tratta di un grande serbatoio di umanità e di energie che fa onore alla nostra nazione.Scegliere di fare attività di volontariato con sincera motivazione significa fare propri i valori della solidarietà, dell'impegno, della responsabilità nei confronti di chi è meno fortunato, di chi arranca, di chi non ce la fa a tenere il passo in una società sempre più competitiva.Si tratta quindi di una visione della vita in antitesi con l'ideologia attualmente più in voga che sembra valorizzare soltanto il successo, l'egoismo, l'aggressività.Purtroppo, proprio in Italia, la forbice fra chi è ricco e chi, al contrario, vive in condizioni di indigenza, si fa sempre più ampia. Il darwinismo sociale dominante, anche a livello delle istituzioni, si manifesta sempre più insofferente verso i perdenti, ritenuti gli esclusivi responsabili della loro condizione.Porgere una mano a coloro che hanno bisogno di aiuto è, invece, un dovere di tutti noi, a prescindere dagli errori o dai valori di coloro che aiutiamo.È possibile che in molti casi il bisogno sia il frutto di scelte sbagliate, ma ciò non esime la collettività dai propri obblighi di solidarietà.Credo fermamente che competa allo Stato farsi carico delle gravi situazioni di disagio sociale, rispondere alle necessità dei più deboli, creare le condizioni per la libertà e l'uguaglianza di tutti i cittadini. Lo prevede la stessa Costituzione repubblicana. Ma probabilmente si tratta, almeno in parte, di un'utile utopia. I bisogni espressi dalla sofferenza umana sono talmente infiniti che lo Stato fatica, da solo, a farvi fronte.Ecco perciò che il volontariato si inserisce in questo vuoto, sopperisce e stimola, esprime quella buona volontà, quella scelta del Bene, senza la quale ogni società è destinata a declinare.Offrire il proprio tempo e la propria disponibilità, in forma gratuita, per il bene del prossimo è la più nobile qualità che può esprimere un essere umano.Questo amore per il prossimo fa parte della tradizione cattolica, molto radicata nel nostro Paese. E non è casuale che circa il 40% delle associazioni di volontariato siano di matrice cattolica.Ma la solidarietà non è appannaggio di una sola fede religiosa o di un unico credo politico. Molto incidono anche la cultura marxista e la tradizione di associazionismo esistenti in Italia.Sviluppatosi a partire dalla metà degli anni Settanta, il volontariato sta vivendo, da noi, una fase di maturazione.Ci si è accorti che la buona volontà non basta. Bisogna darsi un'organizzazione, essere efficienti ed efficaci. In una parola, far propria la cultura d'impresa.L'aiuto deve essere il più possibile professionale e continuativo, per ottenere dei risultati positivi tangibili, per non creare confusione e delusione.E molti sono i volontari che aderiscono alle associazioni, non solo per la gratificazione derivante dal "porgere aiuto agli altri stando con gli altri", ma per esperire un modo altro di lavorare, motivante, gratificante, utile, quello spesso negato ai più nello svolgimento delle attività lavorative di tutti i giorni.Il volontariato sta diventando, quindi, una grande realtà economica, non a caso denominata Terzo settore. Produce aiuto e benessere sociale, ma anche nuove professionalità, ricerca e posti di lavoro retribuiti.Dimostrando che l'economia può essere finalizzata non soltanto al profitto, alla soddisfazione di falsi desideri, all'induzione del consumo, ma può diventare un mezzo per aiutare gli uomini a soddisfare i loro bisogni umani più autentici.