ILBRUKO ASSOCIAZIONE

L'ACCADEMIA DEL GIOCO DIMENTICATO


 
 Cari amici e viandanti del web,ma dove sono finiti i giochi di una volta? Ruba bandiera? Nascondino? E chi se li ricorda più! I bambini del nuovo millennio sembrano snobbare i giochi tradizionali, che avevano anche un’importante funzione sociale. L’allarme è stato lanciato ancora una volta dagli psicologi volontari dell’associazione Help Me. I dati che emergono da uno studio su mille bambini dai 6 ai 12 anni sono allarmanti. E negli ultimi cinque anni c’è stato un crollo verticale dei giochi di società, tra i bambini. I più piccoli, travolti da tivù e videogame, snobbano palla avvelenata e nascondino. Ma la polemica coinvolge anche i genitori. Gli esperti puntano il dito anche sul diffuso disinteresse dei genitori nei confronti delle attività svolte dai figli. E anche nel modello di figli che desiderano: quasi dei capolavori. E per diventarlo, si sa, bisogna pur sacrificare qualcosa... I danni di questa cattiva abitudine non si faranno attendere. I giochi di una volta, infatti, avevano il merito di sviluppare un maggior senso sociale dei bambini. Dice Massimo Cicogna, capo dell’associazione Help Me: “Assistiamo ad una distruzione culturale ad opera della tivù che uccide i giochi dei bambini, unita ai videogiochi.Pensate che SOLO il 37 per cento dei bambini gioca alla caccia al tesoro. Il 28 per cento conosce le biglie. Un risicato 12 per cento si diverte con palla prigioniera o i quattro cantoni. E infine solo uno sparuto 9 per cento si rincorre al rubabandiera.La passione per il gioco di Giorgio Reali, ex insegnante, non è svanita con l'età adulta. Anzi; ha resistito intatta dagli anni '50, quando i bambini come lui (classe '51) si divertivano con quello che c'era: sassi, legni, cerchi, stracci... Per preservare (e condividere) questa sua passione, Reali ha fondato a Milano l’Accademia del gioco dimenticato, che si propone di salvare dall’oblìo i giochi che si facevano per strada e nei cortili, mostrandoli ai bimbi di oggi.L’utilità educativa è triplice, spiega il fondatore: “Tutti i bambini giocano con le stesse cose, invece di fare confronti; si muovono di più (basta pensare a palla avvelenata o al salto con la corda) e imparano l’integrazione, perché questi giochi sono comuni a molti bimbi che vengono da Paesi lontani dell’Africa e dell’Asia”.Certo: palla avvelenata non aiuterà a farsi strada nella vita; ma sicuramente a farsi qualche amico, sì. E soprattutto ricordiamoci che se anche i nostri sogni sono diversi da quelli dei nostri figli, bisogna insegnargli ancora a sognare. Perché no, magari cercando il tesoro del pirata Barbanera. E tu, che giochi insegni a tuo figlio? I quattro cantoni o l’ultimo videogame sul mercato?