ILBRUKO ASSOCIAZIONE

SECONDO INTERVENTO DI CLOWN TERAPIA E MUSICO TERAPIA AI "RIUNITI" DI FOGGIA


A-rieccoci qui a parlare del nostro intervento all’Ospedale “Riuniti” di Foggia: Clown-Terapia e Musico-Terapia insieme in Geriatria, dai nostri amati "nonnetti". Non sapevamo esattamente cosa avremmo trovato, ma eravamo carichi e pieni di entusiasmo per questa nuova "avventura". Il Prof. Massimo Zanasi e la nostra amica di blog Melina (Madrion_2008) ci attendevano con ansia. Verso le 10:15 giungiamo in Direzione Sanitaria per avvisarli del nostro arrivo e subito dopo ci dirigiamo nel reparto, dove la caposala ci dice: “Ragazzi, ma cos’avete combinato che qui ci chiamano addirittura da altri Ospedali per avervi!?” Era il Dott. Giampaticchio di Rodi Garganico, che aveva saputo di noi e del nostro intervento a Foggia da internet e aveva contattato direttamente la Geriatria... WOW! Rintracciato il Prof. Zanasi, lui ci dice testuali parole: “Allora, ragazzi, quando incominciamo”!? e noi “Il tempo di cambiarci”! Ci accompagnano in una stanza e cominciamo il nostro “trucco e parrucco”; un’accordatina alla chitarra, e nel frattempo (essendo lunedì) qualcuno veniva preso da smanie del Grande Fratello e cercava il confessionale per le nomination... Accompagnati dal personale medico al completo (cosa che ci ha colpito veramente molto!), siamo entrati nella prima stanza dove c’erano 3 arzille donnine. Le salutiamo, e loro ricambiano con curiosità il nostro ingresso nel loro mondo. La stanza si affolla pian piano e, dopo le prime note, arrivano pazienti da altre stanze, anch’essi desiderosi di partecipare all’evento... Ci chiedevamo cosa potesse piacergli: O sole mio, Senza giacca e cravatta, Dicitencello vuje, Carmela (in onore a Melina), ma ad una canzone sono stati tutti d’accordo: IO TE VOGLIO BENE ASSAJE. E’ stata una standing ovation tra medici, infermieri, pazienti e, naturalmente, noi!Stanza per stanza, le nostre sette note per la vita continuavano a rendere allegra l’atmosfera. Telecamere che riprendevano, giornalisti che intervistavano; non solo noi, ma anche i nostri nuovi “amici” che si dicevano tanto soddisfatti per una simile iniziativa. L’emozione e la sorpresa della caposala che ci diceva: “Ma questi qui non parlano mai, non ci fanno mai un sorriso, e ora”... Ed io: “Beh! Ma adesso ci siamo noi! E ne sentirete ancora delle belle”!Ma non c’erano solo le nostre risate e le nostre canzoni... In alcune stanze si respirava un’aria diversa, i pazienti ricoverati non erano così autosufficienti e in alcuni casi i loro lamenti di dolore ci straziavano il cuore. Massimo è voluto rimanere da solo con loro per cercare di risolvere alcuni problemi legati al loro desiderio di “lasciarsi andare” e devo dire che: chi non voleva mangiare si è sforzato di farlo; chi sentiva troppo dolore è stato distratto da parole d’amore; chi (per carattere) si era messo in disparte alla fine si è reso partecipe.I loro volti e le loro storie mi rimarranno sempre nel cuore, e a chi ci domandava quando saremmo andati a trovarli di nuovo abbiamo detto:”Prima possibile”! (anche se speriamo che, la prossima volta, quegli adorabili nonnini siano ormai usciti per tornare belli pimpanti nelle proprie case)… Dico bene!?Alessandra.