MA NON SARA' TROPPO

AD OGNUNO I SUOI TARLI


Ognuno ha i suoi tarli, tra i miei il dubbio amleticocomplessità o semplicità?Quale lente indossare nell'attribuzione di significato.Io in genere propendo per la complessità,se non altro per scarto della semplicità, che misa tanto di spaccatura del capello in due. Della serieo è buono o è cattivo, o mi ama o non mi ama, o è unaopportunità o è un errore. Insomma la politica del bianco o nero, e le sfumaturedi grigio (divenute così famose recentemente) che finehanno fatto?Ecco che allora la complessità si impone con imperio allamia attribuzione di senso.E cosa succede?La situazione migliore che mi impantano, la peggiore....che giustifico tutto e tutti.Si perchè in fondo la complessità, nel suo rendere plausibile un'infinità di variabili, più che porre chiarezzadiciamocelo, intorbida lo scenario.Comunque per me la conclusione è sempre la stessa:amplifica il mio grado di tolleranza.Che dire....mi sono rotta i coglioni!!!Perchè in fondo vogliamo dircelo: a pensar male si è spessonel giusto.Il biano o nero alla fin fine è un navigatore di tutto rispetto,e poi al di là della necessità che ognuno di noi ha, di attribuire significato alla propria realtà, dove la vogliamomettere la responsabilità di ciascuno di farsi capire dalsuo interlocutore.Quanti in fondo campano sulla mancata definizione,se tu sei il primo che vuole rimanere indecifrabile, io perchèmai dovrei usare la complessità a tuo favore???Non ti conosco? Può essere, ma la domanda che io devopormi per prima è: "tu mi hai dato modo di capire?"Non ho risolto il mio dubbo amleticocomplessità o semplicità, restano il tarlo della mia mente,diciamo che cerco di ancorarmi all'oggettivo.Cerco di registrare quello che avviene, quello che micirconda e se ad esempio il silenzio fa da perno allarelazione, l'assenza il cappotto, bhè semplifico....non sono nella testa e nel piacere dell'altro!!!