RICOMINCIO DA QUI

Fragilità...


Amo la fotografia e spesso quando non ho con me la macchina fotografica uso il cellulare ed è proprio con quest’ultimo che ho scattato due delle più belle foto mai scattate prima, non perché gli altri scatti siano brutti, tutt’altro, ma questi sono speciali, perché speciali sono i bambini che ho fotografato.E’ impossibile non commuoversi nel guardarli.  Non conosco il loro nome, lui , il bambino,avrà l’età di mio nipote, all’incirca cinque anni ed è un piccolo non vedente,  sta abbracciando una meravigliosa bambina di circa tre anni, anche lei nata con la sua fragilità.Il piccolo le tocca il viso con delicatezza, l’accarezza incuriosito e, con le sue mani, cerca di entrare il più possibile nel mondo della bambina.Lei, seduta nel suo passeggino, non potendo ricambiare il suo abbraccio come vorrebbe, parla con i suoi occhi ed il suo sorriso. I suoi  splendidi occhi azzurri ricordano  il cielo che la ama in modo speciale e che l’ha mandata qui sulla terra per rammentare a tutti noi che ogni creatura giunge per insegnarci qualcosa  con il suo  spontaneo desiderio di entrare l’uno nel mondo dell’altro, ci apre il mondo delle cose vere. Mentre fotografo questo momento sacro, percepisco con emozione che sto assistendo a degli abbracci veri e ad una curiosità ben incanalata.Gli abbracci veri sono quelli fatti per far nascere dialoghi d’affetto e la curiosità ben incanalata è quella fatta allo scopo di scoprire il dono che c’è per noi, nella vita degli altri (e viceversa,ovviamente). Siamo così abituati a nascondere le nostre fragilità, che può diventare un problema anche un vestito che non copre abbastanza bene la pancia che lo specchio sadicamente ci mostra.Siamo così addestrati alle risposte di circostanza, che alla frase “Come stai?” rispondiamo in automatico “Bene”, anche se quel giorno vorremmo piangere sulle spalle di qualcuno. Tu pensa se al mondo fossimo tutti come  questi due bambini; fiori di rara bellezza che, spontaneamente, si avvicinano l’un l’altro per conoscersi e toccare le reciproche vite, abbandonando per sempre le nostre fragilità.