RICOMINCIO DA QUI

Lo siamo stati e lo diventeremo


Lo siamo stati, piccoli, indifesi, spensierati o intimoriti, pronti a tuffarci, senza indugi, tra le braccia degli adulti, giganti buoni il cui unico dovere è (o dovrebbe essere) amarci, accompagnarci, proteggerci … Lo diventeremo, stanchi, ricurvi, lucidi o confusi e, ancora una volta, indifesi, nuovamente bambini, costretti ad affidarci alle “premure” di chi ha ancora le energie per gestire una quotidianità in cui non cadano, mai, ombre sulla dignità. L’alba e il tramonto, l’inizio e la fine, fette di vita agli antipodi, con in comune un grande denominatore, la fragilità, il non poter tenere tra le mani un timone o far valere la facoltà di quando e come affrontare una virata! La coscienza, i valori che trovano riparo in ogni animo pulito, il donare amore, come pioggia che nutre la terra, che offrirà i frutti che ci sapranno nutrire, dovrebbero essere sinonimi di certezze, serenità e gioia … invece … Nei “giardini” dell’infanzia accade che i boccioli vengano trafitti dalle spine, nelle dimore che accolgono chi avanza con gli anni, l’inservibilità di un corpo sfatto, soppianti la vecchiaia che trattiene saggezza ed, ancora, negli istituti per chi bambino lo era e lo resterà, la diversa abilità venga smerciata per stupidità, demenza ed inutilità. Pistoia, San Costantino Calabro, Roma, Pavullo nel Frignano, Prato, Palermo, Revere, Pisa … il giro d’Italia degli orrori! Indifesi, aggrappati alla dolcezza o ghermiti dalla durezza, ingurgitati da un silenzio che ha voce solo quando le violenze restano impresse e valicano mura assassine. L’indicibile rimbalza tra le pagine di cronaca, macchia spazi televisivi e web, percuotendo la sensibilità di chi, come me, deflagra di rabbia nell’avvertire impotenza. L’orrore diventa passato, graffia il presente e s’incammina verso il domani, indisturbato, protetto da una privacy che dovrebbe andare a farsi benedire … a farsi FOTTERE ! Eh, già!!! La privacy, la tutela illogica di spazi comuni, di rapporti umani che non hanno nulla da nascondere, perché l’affetto e il rispetto non necessitano di censura. La “videosorveglianza”, semplice, immediata, economica, con accesso garantito soltanto a genitori, figli o parenti autorizzati, adeguata a garantire l’incolumità dei più deboli, la sola soluzione. Le telecamere, immagini visionabili in tempo reale, messe a disposizioni non di chiunque, va sottolineato ripetutamente,  ma degli affetti più cari, non sono un G.F. a reti unificate, non ammanettano i movimenti di chi insegna o assiste, non ledono il privato ma rilevano un ineccepibile operato. – Male non fare, paura non avere! – Chiunque si oppone, ad una libertà chiesta a gran voce, non ho dubbi, ha sfumature cupe da nascondere …