RICOMINCIO DA QUI

A.A.A. Affittasi “Incubatrice” e Offresi “germogli”


 Intestazione “velenosa e provocatoria”, ne sono consapevole e mi scuso, non tanto per il senso che ad essa è, inequivocabilmente, legato quanto per l’irriverenza con cui esprimo un pensiero, forte, pesante, non condivisibile da tutti. I media, negli ultimi tempi, come cecchini deliranti, centrano la morale di chiunque si sofferma a riflettere, cercando risposte non facili da confezionare, lacerando, sempre e comunque, la sensibilità collettiva. L’arrivo di un bimbo, il desiderio di passetti che sbriciolino il silenzio, del rimbalzare di risate cristalline, di sguardi capaci di uccidere il buio di un sogno taciuto, non possono considerarsi colpe, richieste esagerate per le quali provare vergogna … è ovvio! Il prolungamento di noi stessi, di una vita che, diversamente, pare spegnersi senza aver dato frutti e generato un “senso”, per la maggioranza del genere umano si esprime con il dare alla luce un figlio, non trovando sentieri alternativi da esplorare. Ho figli biologici,  il destino  mi ha donato la grazia di sentir ardere l’amore materno, di sentirmi amata da un angelo, ho installato in me la grandezza del dono”. La genitorialità non va rincorsa e artigliata, violando e stravolgendo la natura, non rispettando, non tanto i protagonisti attivi, quanto chi verrà catapultato nel mondo e non ha voce in capitolo. Ami e vieni ricambiato/a? Non basta? Il puzzle dell’anima è un incastro perfetto e quello “biologico” no? Quindi? Allora? Il ventre accoglie gameti o ovuli acquistati come surgelati in un negozio “Bio” e quel che si smercia per gioia, in realtà, nasconde egoismo!!! Affittare, donare, forzare il destino a riscrivere pagine già scritte, per quanto mi riguarda, è deturpare l’amore … Figli “creati” per l’esigenza malsana di volerli partorire ad ogni costo, uteri in prestito per mordere una paternità diversamente negata e, al centro, creature che un giorno, guardandosi allo specchio, accarezzando tratti “diversi”, non potranno non desiderare di ritrovare le proprie radici. Vuoi sentirti chiamare Mamma o Papà? Lo comprendo, chi non lo vorrebbe! Esiste una via diversa da percorrere, non dico più semplice, perché la burocrazia incancrenisce tutto ciò che sfiora, ma, indubbiamente, tappezzata di scaglie d’anima, quella dell’adozione. Aprire le braccia a chi è già nato, e le brama, è diventare genitori due volte!