Creato da ass.gaia il 20/09/2008
'ASSOCIAZIONE NON HA SCOPO DI LUCRO E PERSEGUE ESCULSIVAMENTE FINALITA ' DI SOLIDARIETA ' , COME PRIMO SCOPO SI OCCUPA DI PREVENZIONE E SENSIBILIZZAZIONE PER EVITARE INCIDENTI STRADALI ,INOLTRE PER RAGGIUNGERE TALI OBBIETTIVI HA ANCHE LO SCOPO DI TUTELARE E VALORIZZARE NATURA, AMBIENTE, TURISMO, E SPORT GIOVANILI
 

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ass.GAIA CONSIGLIA

Post n°20 pubblicato il 17 Aprile 2009 da ass.gaia
 


Nel corso degli ultimi anni le "rotonde" o meglio le aree con percorso rotatorio obbligato, hanno sicuramente contribuito ad aumentare la sicurezza e la fluidità del traffico.

Dapprima comparse nei punti più pericolosi, poi lentamente anche in arterie periferiche.
Le statistiche confermano una diminuzione d'incidenti pari al 12% nelle intersezioni in cui prima vi era un impianto semaforico, senza dimenticare la riduzione dei tempi d'attesa a tutto vantaggio della mobilità e del rispetto dell'ambiente.

Riscontrando in molti conducenti un comportamento non conforme nel percorrere la "rotonda", abbiamo pensato di riprendere ancora una volta l'informazione. Nella rappresentazione grafica a lato avete schematizzato il comportamento alle e nelle "rotonde".

Aree a percorso rotatorio obbligato


L’utente che circola sulla corsia esterna può superare quello che circola su quella interna?
Quando si deve usare l’avvisatore ottico in una rotonda: quando si lascia la rotonda o anche quando si cambia corsia all’interno della rotonda?

Quante volte abbiamo sentito parlare di "Rotonde", "Giratorie" o "Intersezioni circolari"?

Ovviamente parliamo tutti del medesimo argomento, ma la legislazione in materia le ha definite "Aree a percorso rotatorio obbligato".
Non siamo alla presenza di una vera e propria intersezione, ma di un’area per lo smistamento del traffico.
Nel corso degli ultimi anni le "rotonde" o meglio le aree con percorso rotatorio obbligato, hanno sicuramente contribuito ad aumentare la sicurezza e la fluidità del traffico. Dapprima sono comparse nei punti più pericolosi (attorno al 1985), poi lentamente anche in arterie periferiche.
Le statistiche confermano una diminuzione d’incidenti pari al 12% nelle intersezioni in cui prima vi era un impianto semaforico, senza dimenticare la riduzione dei tempi d’attesa a tutto vantaggio della mobilità e del rispetto dell’ambiente.

Tra le maggiori infrazioni:

  • aumentare la velocità per "forzare" la precedenza al momento dell’entrata in "rotonda" 
  • omissione di segnalare l’uscita con l’indicatore di direzione
  • inosservanza della precedenza verso i ciclisti e ciclomotoristi durante la fase di percorrenza (evitarne il sorpasso per evitare collisioni al momento dell’uscita)
  • la non riduzione della velocità nel momento in cui ci si avvicina alla "rotonda" con conseguente influsso sulla nozione di precedenza.

Non esistono al momento statistiche specifiche ad incidenti stradali avvenuti nelle "rotonde", come pure una suddivisione per utenti (sesso/età).

Sono stati effettuati alcuni appostamenti nelle vicinanze d’aree a percorso rotatorio obbligato, allo scopo di verificare il comportamento dei conducenti. Le infrazioni elencate sono state regolarmente commesse e la punta di questo iceberg, resta la non esposizione dell’indicatore di direzione nel 75 % dei casi.
Se analizziamo la provenienza (da quale cantone) del conducente in infrazione, il ticinese risulta essere il più scorretto.

A scopo preventivo a suo tempo è stata avviata una campagna preventiva sulla problematica delle rotonde.

Anche in altri comportamenti denotiamo una certa indisciplina:

  • uso del telefono mobile senza un dispositivo mani libere
  • distanze di sicurezza
  • precedenza ai pedoni in prossimità dei passaggi pedonali
  •  l'associazione gaia

si rivolge quindi a tutti gli utenti della strada affinché abbiano un comportamento più corretto e meno aggressivo. 
 

 
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