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Post n°29 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da Terra_Nostra
 

 

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- C.C.I.A.A. PROVINCIALI

- SINDACATI DI CATEGORIA

oggetto: LETTERA APERTA – MEA CULPA DELLA POLITICA

Egregi riceventi,

la storia ci insegna che la corruzione ed il clientelismo sono gli strumenti usati per ottenere e mantenere il potere decisionale ed i privilegi che da esso derivano.

Questi tipi di strumenti sono molto radicati nella cultura italiana rispetto a culture nord-europee e sono le cause principali del malfunzionamento del sistema sociale e del debito pubblico italiano.

Nello specifico territorio abruzzese, che ci riguarda direttamente, il fenomeno della corruzione sociale ha avuto una crescita notevole rispetto ad altre società dello Stato italiano.

Il costo degli apparati partitici, ed il mantenimento degli stessi, hanno creato una sempre maggiore richiesta di finanziamenti.

Il “soddisfacimento” di tale bisogno finanziario, il mantenimento di privilegi e tenori di vita dei nostri rappresentanti politici, hanno richiesto un crescente prelievo fiscale sui cittadini. Tale prelievo non corrisponde in maniera proporzionale al rapporto costi/benefici dei servizi pubblici erogati né esso è congruo agli sforzi ed i sacrifici che le unità produttive impiegano per ottenere dei margini di guadagno soddisfacenti.

L’indebitamento pubblico derivante dalla cattiva gestione economica delle amministrazioni ha indotto le comunità ad esporsi finanziariamente per pagare tali debiti e relativi costi di interesse. Pertanto si è chiesto ai cittadini ed alle attività produttive un maggio prelievo fiscale che ha assottigliato i margini di guadagno, gli stipendi fissi e le pensioni, abbassando il potere d’acquisto delle famiglie.

Se l’aumento dei prezzi da parte delle aziende ha permesso loro di contenere il loro margine, per le famiglie a reddito fisso tale aumento di prezzi ha significato una costante perdita della loro capacità di risparmio e consumo.

Le Pubbliche Amministrazioni per poter sottoscrivere mutui al fine di finanziarsi i debiti (CARTOLARIZZAZIONI, SWAP) hanno dovuto presentare delle garanzie alle Banche.

Teniamo a precisare che la garanzia della Pubblica Amministrazione è il numero di contribuenti.

Ma quando ci si è accorti che la quantità di contributi non bastava a garantire le suddette esposizioni finanziarie la scelta più ovvia è stata quella di aumentare il numero di contribuenti legiferando in materia di commercio (il settore più semplice da regolamentare). Di conseguenza, si è avuto un prolificare di centri commerciali ed una liberalizzazione di licenze commerciali . In questo modo i tributi per ripianare il deficit vengono pagati dai dipendenti dei centri commerciali (direttamente in busta paga) e dalle nuove attività che hanno beneficiato del rilascio di nuove licenze. I centri commerciali molto spesso sono catene multinazionali con sede all’estero e pertanto i loro utili non ricadono a beneficio della comunità in cui operano.

Il tutto è avvenuto modificando i Piani Commerciali ed Urbanistici dei Comuni e legiferando sull’aumento delle superfici quadrate e sulle cubature destinate ai nuovi insediamenti commerciali.

In Abruzzo è avvenuto esattamente questo ed i comuni, Pescara compresa, si sono adeguati alla nuova Legge Regionale sul commercio (L.R. 11/08).

Ma se tutto questo fosse stato programmato in anticipo grazie alle collusioni tra politica e speculazione?

La nostra non è una supposizione in quanto trova riscontro nel Programma di Riforma

della Grande Distribuzione (http://impresa-stato.mi.camcom.it/im_42/augenti.htm ) che “in nome della tutela del consumatore e dell’economia” intende “SENSIBILIZZARE” i politici a legiferare in materia urbanistica per permettere l’ampliamento di superfici di vendita.

Leggendo il programma ci accorgiamo che ci sono dei punti preoccupanti come il Punto 1 in cui suggeriscono una normativa che confermi l'illegittimità e l'inopportunità di blocchi normativi al loro programma.

Un punto essenziale per il rilascio delle autorizzazioni sanitarie per questi nuovi insediamenti è REGOLAMENTARE o MODIFICARE le normative sanitarie.

Purtroppo a Pescara sta succedendo ed il nuovo REGOLAMENTO SANITARIO è stato approvato il 25/02/09 (fonte www.comune.pescara.it)

Tutto questo sta succedendo in tutto l’Abruzzo. La nostra popolazione è di 1.200.000 abitanti eppure abbiamo una densità di centri commerciali che neppure un quartiere di Roma di pari abitanti possiede ed infatti il mercato è andato in saturazione ed è tracollato in quanto:

- La popolazione (quindi la domanda di beni) si è spalmata

- Il volume d’affari non è sufficiente ad un’attività per poter mantenere costi di gestione e tributari che sono sempre in aumento

- Gli addetti nei centri commerciali hanno contratti a termine o part-time (uno dei punti del Programma della Grande Distribuzione) che non garantiscono la sicurezza per investimenti sulla loro vita, casa , famiglia, ecc.

- L’agricoltura non riesce ad essere concorrenziale sul mercato contro la Grande Distribuzione la quale acquista le merci al di fuori del mercato locale.

- All’aumentare delle licenze commerciali non è corrisposta una diminuzione della pressione fiscale proporzionalmente alla riduzione del volume d’affari di tutte le attività.

Il quadro potrebbe sembrare apocalittico ma CREDIAMO ANCORA NELLA BUONA FEDE degli amministratori pubblici abruzzesi e CHIEDIAMO DI DIMOSTRARCI LA LORO ESTRANEITA’ a COLLUSIONI CON IL SISTEMA SPECULATIVO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ED IL LORO ATTACCAMENTO AL TERRITORIO IN CUI VIVONO E NEL QUALE SONO ELETTI, ABOLENDO LE LEGGI REGIONALI E COMUNALI CHE HANNO CAUSATO IL DISSESTO DEL PATRIMONIO ECONOMICO-PRODUTTIVO, FERMANDO L’INSEDIAMENTO DI ULTERIORI CATTEDRALI COMMERCIALI NEL DESERTO ED INCENTIVANDO L’ECONOMIA LOCALE.

Crediamo che si possa ancora tamponare e rimarginare la ferita economica.

La nostra proposta per il ripristino e la rivitalizzazione delle economie locali è contenuta nel progetto "EMPORI E BOTTEGHE" dell' ARCIPELAGO SCEC

http://www.arcipelagoscec.net/empori-botteghe

 

Pescara lì, 27/02/09

Gianluca Monaco

(presidente)

 

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