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HOCKEY SU GHIACCIO, LA GIAMAICA SOGNA LA NAZIONALE
Post n°30474 pubblicato il 07 Settembre 2014 da nickvi77
Dopo i bobbisti dell’Olimpiade di Calgary 1988 e lo sciatore di Vancouver 2010, presto la Giamaica potrebbe sorprendere con un’altra disciplina prettamente invernale, l’hockey... ghiaccio, appunto. Una federazione dedicata esiste dal 2011 e dal 2012 è addirittura affiliata all’Iihf, quella internazionale con sede a Zurigo. La chiave della pazza idea – arrivare a formare una Nazionale – è data dal fatto che un paio di generazioni fa, in tanti, a caccia di fortuna, sono emigrati da Kingston e dintorni verso il Nord America, in Canada in particolare, da sempre terra-culto di dischi e bastoni: non sono pochi i giocatori oggi impegnati nelle maggiori leghe professionistiche di hockey ghiaccio di Stati Uniti e Canada con discendenze giamaicane. Ed è su costoro che si farà leva per far vivere il progetto. A dirigere le operazioni logistiche, mister Lester Griffin, manager federale ed ex giocatore. A coordinare l’attività tecnica, sorta di c.t. in pectore, Graeme Townsend, il primo atleta nato in Giamaica (da dove emigrò al seguito di mamma e papà quando aveva tre anni) a essersi addirittura esibito nelle arene Nhl (coi Boston Bruins 1898-1990). Professionista per dieci stagioni, poi ha anche lavorato nello staff dei San Jose Sharks. Il raduno odierno, nelle intenzioni, è il primo passo verso la costituzione di una vera e propria Nazionale. Il programma prevede, per il 2015, una serie di amichevoli. Parallelamente c’è l’ipotesi della costruzione di una pista a Kingston, di una collaborazione con chi, in Patria, coordina l’attività dell’hockey prato e con certi dirigenti canadesi. Per i fratellini di Usain Bolt, il sogno, come detto, è olimpico. Probabilmente è destinato a rimanere tale, dato che a differenza delle discipline individuali, nell’hockey ghiaccio la partecipazione ai Giochi è aperta a un numero definito di squadre (sedici attualmente), chiamate a superare più partite di qualificazioni (l’Italia maschile, per chiarire, Torino 2006 a parte, è assente da Nagano 1998). Ma quella giamaicana resta una bella favola. |
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