ATEGODITODEVAGHE

ANCORA POLEMICHE SUL CASO WABARA


Solidarietà e polemiche. E un'indagine. Il caso Wabara continua a creare scalpore nel mondo del basket femminile, scosso dagli insulti all'italiana di Sesto San Giovanni in gara-2 della semifinale scudetto contro la Comense. La Digos della città sul lago ha infatti aquisito i filmati della partita per individuare gli autori dei corsi razzisti. Secondo le prime ipotesi, i responsabili, poi affrontati da Abiola Wabara al termine della sfida, sarebbero ultrà del Como calcio entrati nel palazzetto di Casnate (Co) a partita già in corso. Intanto la Procura federale ha aperto un'inchiesta, vista la mancanza di provvedimenti da parte del Giudice Sportivo: "E' un atto dovuto e doveroso" fanno sapere dalla federazione. Nei referti arbitrali non ci sarebbe traccia degli insulti a Wabara. La reazione della 29enne ala di Sesto San Giovanni, nata a Parma da genitori nigeriani, non è piaciuta al presidente della Comense, Antonio Pennestri: "Se Wabara è stata insultata e sputacchiata è stato certamente un grave episodio di inciviltà non ascrivibile alla Comense - ha taffo sapere Pennestri in una nota apparsa nel sito ufficiale della società -, ma altrettanto grave è stato il comportamento della giocatrice, che, evidentemente, non ha ancora capito come deve comportarsi un'atleta in tale occasione, e con ciò scadendo al livello di chi l'ha offesa. Non permetto che nessuno osi gettare pessima reputazione sui tifosi della Comense, che, nel tempio della pallacanestro italiana, hanno sempre sostenuto civilmente, con calore e profondo rispetto degli avversari, la propria squadra. In occasione di gara-1, un nostro tifoso è stato addirittura aggredito e picchiato, ma Comense ha ritenuto intelligente e opportuno non stigmatizzare l'accaduto, contrariamente a quanto fatto da Geas, che ha ritenuto invece intelligente gettare benzina sul fuoco". Wabara ha invece incassato la solidarietà del presidente del Coni Gianni Petrucci: "Una volta per tutte queste persone si facciano avanti e ci spieghino perché dicono queste cose. È troppo facile fare i fenomeni da bar dello sport sugli spalti. Abbiano il coraggio di farsi avanti". Petrucci non è voluto entrare nel merito sulla mancanza di provvedimenti presi dal giudice sportivo.(LA GAZZETTA DELLO SPORT)