ATEGODITODEVAGHE

INTERESSANTE EDITORIALE DI STEFANO BENZI


Sono arrabbiato, molto: non per la medaglia di legno di Francesca Dallapé e Tania Cagnotto. Perché un quarto posto alle Olimpiadi è comunque un grande risultato; e nemmeno per il mezzo errore di Tania, incontestabile; e nemmeno per il verdetto dei giudici che lo hanno evidenziato. Non si può parlare né di furto né di scippo: e Tania è stata di un'onestà disarmante ad ammetterlo una volta fuori dall'acqua… "non dovevamo sbagliare, sapevamo che i giudici non ci avrebbero concesso alcun errore". Ma io sono e resto arrabbiato: perché ora anziché parlare di giudici che hanno compromesso una medaglia o dell'errore di Tania, cui bisognerebbe fare un monumento per quanto ha fatto fin qui, dovremmo parlare di tutti gli anni che abbiamo buttato. Questa è la quarta olimpiade di Tania: la quarta. Per quanto la si continui a dipingere come una ragazzina e una cucciolotta: ha iniziato giovanissima con pochi mezzi e pochissime strutture. E continua ad averne pochissimi, forse anche meno, nonostante siano passati dodici anni dal suo esordio a Sydney, e nonostante si sia sempre migliorata arrivando all'eccellenza e alzando il livello tecnico di molte delle sue colleghe: Dallapé compresa. Siamo finiti dietro le cinesi (quanti centri di allenamento per tuffi, nuoto e pallanuoto hanno in Cina? Decine), le americane (quanti centri di allenamento per tuffi, nuoto e pallanuoto hanno negli USA? Centinaia) e le canadesi (quanti centri di allenamento per tuffi, nuoto e pallanuoto hanno in Canada? Quattro solo a Montreal dove si allenano tutti i nazionali, mi diceva Dario Scola). Quanti ce ne sono in Italia? Nessuno. Il centro d'eccellenza dell'Acquacetosa lo si aspetta da anni; gli impianti di Roma 2009, non quelli inventati dentro i campi del Foro Italico ma quelli sequestrati a Tor Vergata in quella che doveva essere la Città dello Sport, sono un aborto costato milioni di euro che probabilmente non verrà mai completato. È questo che mi fa arrabbiare: che anziché parlare di scippo da parte dei giudici o di errore di Tania non si parli delle incongruenze assurde di questo paese che (in teoria) investe, o meglio spende nello sport, milioni e milioni di euro. Esprimendo tutto il peggio di cui è capace: dirigenti spreconi e incapaci, intrallazzi vergognosi, trasferte familiari in business class a ogni evento sportivo mentre gli atleti vivono con 1200 euro pagati da Guardia Forestale o Carabinieri fino a che, magari, non avranno la fortuna di vincere qualcosa sul serio. Se non altro avranno un lavoro. Ma tranquilli… i nostri dirigenti sportivi sono riconoscibilissimi: li vedete tutti in parata appena dietro la bandiera, davanti agli atleti, o non appena ci piove addosso qualche medaglia. Oggi la colpa è dei giudici e dell'errore di Tania. Io invece a lei, Francesca e ai suoi allenatori a nome di tanti atleti che vivono da professionisti il loro sport in condizioni tutt'altro che professionali, farei un monumento. Rigorosamente di legno. Attira meno i piccioni. Bronzo e marmo li lascio ai dirigenti e ai loro intrallazzi.