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LA RACCOLTA DIFFERENZIATA


Un tacchino da 30 mila euro; più che prezioso è il caso di definirlo dannoso. Già, perché tanto peserà nel bilancio comunale la furbata di un vicentino che pochi giorni fa ha pensato bene di gettare nel cassonetto della plastica la carcassa dell'animale, che evidentemente non era destinato a finire nella tavola imbandita. Migliaia di euro che svaniscono per colpa di un rifiuto non differenziato. Ma andiamo con ordine. Tutto accade il 20 dicembre, quando al centro raccolta di Sandrigo, viene esaminato un carico di 123 chilogrammi di plastica, trasportato da Aim Valore ambiente e proveniente dai cassonetti azzurri presenti in città. L'analisi si svolge una volta al mese. Ed è indispensabile per il Corepla, Consorzio per il recupero e riciclo della plastica, che deve stabilire se concedere o meno il contributo da 30 mila euro mensili a ciascuna azienda che gestisce la raccolta rifiuti. «Il meccanismo è chiaro - spiega l'assessore all'ambiente Antonio Dalla Pozza - se il materiale estraneo alla plastica è più del 20 per cento del totale, allora i soldi non vengono erogati. Il che significa che abbiamo meno risorse per il servizio d'igiene ambientale». E, di conseguenza, la tariffa aumenta e la bolletta lievita. Un caso che si è verificato proprio la scorsa settimana, quando il tacchino gettato da qualcuno ha di fatto alterato tutti i valori. In particolare tra i 123 chilogrammi di materiali leggeri «è stata rinvenuta una percentuale di 20,9 per cento di frazione estranea». Poco più del limite consentito. Proprio gli scarti di macelleria di quel tacchino, sommati ad altri materiali come tavolette del wc e una borsa, hanno alzato l'asticella dei rifiuti “vietati”.(IL GIORNALE DI VICENZA)