ATEGODITODEVAGHE

BASKET AMARCORD


Qualche giorno fa ho rivisto in tv uno dei primi giocatori di basket che ho avuto occasione di vedere da ragazzino, Roberto Premier, e mi è venuto in mente un episodio che lo ha reso "celebre" (a 1:40 del video), nella finale scudetto dell'89. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, eccone la cronaca.DAL SITO ILBASKETLIVORNESE.ITLo scudetto 1988/89 si decide a fil di sirena e allora iniziamo a descrivere subito gli attimi finali di questa partita. Mancano 34 secondi al termine dell'incontro, la Philips conduce di 1 punto, 86 a 85, con il possesso di palla. L'azione di sviluppa con D'Antoni al limite dei trenta secondi. Premier si alza in sospensione ma il suo tiro finisce sul ferro. Il rimbalzo è di Wendell Alexis e mancano 4 secondi alla fine dell'incontro. L'americano apre sulla sinistra per Alessandro Fantozzi che palleggia velocemente fino quasi a metà campo poi serve Forti sotto canestro. La guardia dell'Enichem, detta anche la "pantera rosa", si alza e realizza nonostante il fallo di Meneghin. L'arbitro Grotti, che era appostato a due passi da Forti, convalida il canestro ed assegna anche il fallo al pivot milanese. Nel frattempo, Premier e Montecchi reagiscono ad alcuni sberleffi prendendo a pugni chi gli capita sotto tiro. E' la molla che fa scattare una rissa di più vaste proporzioni. Premier viene a sua volta colpito dall'addetto alla tribuna stampa della Liberta. Il giocatore milanese, che già si era reso colpevole durante la partita di un grave e provocatorio gesto nei confronti del telecronista della RAI Gianni De Cleva, gettandoli in faccia un asciugamano bagnato, reagisce come una furia e a sua volta aggredisce Barsotti. I due cadono a terra e attorno a loro si forma un capannello di tifosi infuriati. Nella mischia intervengono Restani e Carera come pacieri e, dopo aver allontanato gli scalmanati, consentono a Premier di raggiungere lo spogliatoio. Prima di lasciare il campo il giocatore milanese si lascia andare ad un nuovo gesto osceno nei confronti del pubblico livornese: alza i diti medi delle mani, roteandole ripetutamente. Tornando all'ultimo canestro al tavolo non c'è ancora la certezza che sia valido. Ma dopo alcuni minuti di accese discussioni il canestro di Forti viene finalmente assegnato. Anche il quadrante è corretto in 87 a 86 per i livornesi. L'Enichem è campione d'Italia. Mentre le agenzie giornalistiche diffondono i primi loro dispacci con questo risultato anche alla televisione, che seguiva l'avvenimento in diretta, appare in sopraimpressione lo scudetto ed il nome della vincitrice, Enichem Livorno. Il Palasport ovviamente esplode in un grosso boato. E' grande festa. I giocatori gialloblu apprendono la notizia negli spogliatoi ed anche loro si lasciano andare a gesti di gioia e brindano al tricolore. Fuori dal Palasport si formano cortei automobilistici e tutte le via della città sono attraversato da caroselli con le bandiere gialloblu innalzate al vento. La gioia dello scudetto dura però soltanto venti minuti. Negli spogliatoi c'è una nuova versione degli arbitri. Zeppilli, si dice sicuro di aver sentito la sirena prima che Forti facesse partire il tiro e quindi afferma che il canestro è da ritenersi annullato anche se il suo collega Grotti lo aveva considerato valido. Dopo un altro concitato colloquio con in cronometristi ufficiali dell'incontro si giunge alla decisione finale: il canestro di Forti non è valido. Lo scudetto dalle maglie dell'Enichem passa così a quelle della Philips. La notizia si diffonde all'esterno: i tifosi ammutoliscono e i caroselli scompaiano dalla città. Il TG1 delle 20 dà ancora la notizia che l'Enichem ha vinto lo scudetto. Per i livornesi si tratta dell'ultima amara beffa della giornata.