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Post n°27511 pubblicato il 14 Luglio 2013 da nickvi77
Confronto e chiarimento? Sì. Pace fatta? No. Anche se i toni sono stati civili, anche se l'appuntamento si è concluso con una stretta di mano. Fabio Gallo ha incontrato i tifosi che non lo rivogliono a Brescia, ieri mattina, intorno alle 10, in città, al centro sportivo della Badia. Sotto gli occhi degli agenti della Digos. Dopodiché il vice allenatore designato per il nuovo corso, nel mirino della contestazione per il suo passato da ex atalantino, ha fatto marcia indietro ed è tornato a casa. Senza firmare il contratto che dovrebbe legarlo al club di via Bazoli, senza indossare maglietta e calzoncini biancazzurri per la seduta di allenamento al San Filippo. Fatti che dicono più delle parole e vanno ben oltre il «No comment» opposto ieri ad ogni richiesta d'intervista. Gallo se ne è andato, dunque. Gallo rinuncia e non torna, salvo ripensamenti. Ha preso atto di una situazione pesante che rischiava di diventare esplosiva. Difficile che voglia sottoporsi allo stress di un'accoglienza da fischi e insulti ad ogni allenamento, ad ogni partita. GLI ULTRÀ della Curva Nord, quelli che c'erano anche vent'anni fa, non gli perdonano, più delle stagioni all'Atalanta, atteggiamenti considerati anti-Brescia, in campo e fuori. Lo considerano alla stregua di Cristiano Doni, altro ex diventato con il passare delle stagioni il simbolo atalantino più odiato. Provocazioni, cambi di bandiera, cose che nella mentalità-ultras sono considerate mancanze di rispetto. E a poco è servito a Gallo 1) mostrare ritagli di interviste nelle quali non parlava male del Brescia 2) assicurare di non ricordare offese o atteggiamenti beffardi in feste dell'Atalanta o altre occasioni pubbliche. Niente da fare: «Nulla di personale, ma qui non ti vogliamo. Visto il tuo passato, non devi rivestire la maglia del Brescia». Nessuna riappacificazione, nessuna fumata bianca. Non un bel modo di ripartire, per la stagione biancazzurra. Gli ultrà che impongono i loro codici, un ex scomodo che forse non ricordava di esserlo (così tanto) messo nella condizione di andarsene, dopo essere stato chiamato da una dirigenza che certo non pensava di infilarsi in un tunnel del genere. DUNQUE GALLO se ne è andato e non commenta: «Chiedete alla società». Chi gli è vicino assicura che la decisione è presa: Gallo non vuole creare problemi al Brescia e a Marco Giampaolo, che aveva deciso di dargli fiducia richiamandolo dopo l'esperienza di Treviso; non vuole vivere tensioni forti per sé e per la sua famiglia. Probabile che la rinuncia diventi ufficiale in tempi brevi. Ma non sarà il Brescia ad invitarlo ad andarsene. Il presidente Gino Corioni lo ha confermato nello staff di Giampaolo, che come collaboratore può contare su Fabio Micarelli: «Non cambiamo idea, Gallo è il nostro vice allenatore, lo aspettiamo qui». Ma ipotizzare un suo ritorno, al momento, pare un esercizio di fantasia. (BRESCIAOGGI.IT) |
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