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ANCORA SUL DERBY DEL TESINA

Post n°21310 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da nickvi77

Rissa Bretesina Bertesinella, arbitro ospedale

E' finito in rissa con l'arbitro Manuel Tognon trasportato in ospedale il derby tra fra il Casa Fosser Bertesina ed il Prix Bertesinella, terza e prima nel campionato di Terza categoria girone A Vicenza. A scatenare la furia dei giocatori del Bertesinella, già sotto di due gol, il fischio finale al 68esimo, poichè erano state comminate 5 espulsioni e la partita doveva terminare per regolamento. Rissa Bretesina Bertesinella, arbitro ospedale
Manuel Tognon è stato gircondato dagli atleti rossoblù, che l'hanno colpito con un pugno e un calcio alle gambe. A questo punto è intervenuto un funzionario di polizia, genitore di un giocatore del Bertesina che ha scortato il malcapitato negli spogliatoi, prima che venisse accompagnato al pronto soccorso. Nota di cronaca a mergine: il presidente del Prix Bertesinella è il padre di Alex Di Stefano e il marito di Carla, morto in un incidente il primo e suicida per la tragedia la seconda.

 

(VICENZATODAY)

Se questo è calcio. Si inizia con i fiori, regalati dagli ospiti in memoria di un dirigente scomparso, e si finisce con l'arbitro, aggredito, al pronto soccorso. È l'incredibile epilogo del derby fra il Casa Fosser Bertesina ed il Prix Bertesinella, terza e prima nel campionato di Terza categoria girone A Vicenza. Per passare dalla festa all'incubo sono bastati appena 68', durante i quali la capolista è progressivamente affondata prima sotto i colpi dell'attaccante Togola, autore di due gol, e poi sotto la pioggia di cartellini rossi, cinque, comminati da Manuel Tognon. Il quale, regolamento alla mano, fischiava la fine anticipata del big match. Apriti cielo. La decisione dava la stura alla rabbia di alcuni atleti del Prix e costava al giovane direttore di gara della sezione vicentina un pugno in viso ed un calcio forse alle gambe forse in altra parte del corpo. Tra l'altro sotto gli occhi del padre, in tribuna. «Grazie al genitore di un nostro atleta, funzionario di polizia - racconta il presidente di Casa Fosser Fernando Rossi - siamo riusciti ad accompagnare l'arbitro negli spogliatoi. Di lì è stato portato al pronto soccorso del S. Bortolo per gli accertamenti». E non è finita perchè Rossi rivela anche un dopo gara altrettanto concitato a ridosso del campo. «Io stesso ho ricevuto minacce dall'allenatore avversario e sono dovuto uscire da una porta secondaria per sfuggire alla sua ira. Tra l'altro un mese fa, in un noto bar di Ca´ Balbi, alcuni miei ragazzi sono stati presi di mira da alcuni giocatori dell'altra squadra». Terza categoria e non la finale scudetto, fosse vero tutto ciò saremmo davvero al delirio. Non ci sta, però, il presidente della società “incriminata”, tra l´altro Rossi anche lui, ma di nome Livio: «Io non ero presente - sottolinea - ma alcuni collaboratori mi hanno riferito che il mio collega è sceso nel personale. Sappiamo la triste vicenda umana di Di Stefano - figlio morto in incidente stradale e madre suicida per la disperazione - e capisco la sua reazione se le cose sono andate effettivamente così. Vorrei anche capire quante sono state le espulsioni, a me risultano 4 quindi si sarebbe potuto continuare». Sindacabile. Intanto pare uno spettatore abbia filmato tutto. Forse farà chiarezza su quanto è successo, ma non cancella la vergogna di un pomeriggio assurdo.

(IL GIORNALE DI VICENZA)

 
 
 
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