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Quattro anni di esercizi, migliaia di chilometri sul tapis roulant e sulla cyclette, tonnellate di pesi alzati e soprattutto ettolitri di sudore versati. Troppi, per la palestra Injoi in strada Marosticana. Così qualche giorno fa quando Lorenzo Zanco si è presentato per rinnovare il suo abbonamento, racconta che con un colpettino di tosse imbarazzato la signorina alla cassa gli ha detto «mi scusi, ma la direzione non intende più rinnovarle l'iscrizione. Perché lei suda troppo...». Promotore finanziario, 62 anni, Zanco vive a Vicenza ed è appassionato di fitness e corridore di mezze maratone. È un uomo di spirito: non ha protestato quando è stato messo alla porta causa eccessiva traspirazione ma ha preso la sua roba e se n'è andato. Solo che dopo averci pensato un po' su non ha resistito e ha deciso di raccontare la sua storia. «Mi hanno detto che alcune persone si erano lamentate del mio comportamento - scrive in una lettera -. Verrebbe da pensare “ahhh, beccato il vecchio sporcaccione”, oppure il tipo non paga o fa ginnastica in costume adamitico. Invece sono un uomo dal carattere tranquillo e riservato, non litigo con nessuno, faccio i fatti miei e con una punta di orgoglio posso affermare di espletare allenamenti di ottimo livello. E allora? Il sudore, sissignori, il sudore è il colpevole». Insomma dopo più di 8 mila chilometri di fatiche con le scarpette da running alla Injoi Zanco deve lasciare la palestra perché suda troppo sul tapis roulant. Lui alza le spalle e ride: «Posso dire di sudare molto, ma non a rivoli o a scrosci. Vuol dire che mi iscriverò in un altra palestra». Però non capisce: «Vado tre volte la settimana, dalle 8 alle 9 della mattina, in quelle ore ci sono soprattutto persone anziane e qualche professionista. Alterno giorni di attività aerobica ai pesi. Faccio un'ora sul tapis roulant, 14 chilometri, che vuol dire correre». Però «lavorando al chiuso si suda, cadono gocce sul pavimento e sulla macchina, ovvio. Io in palestra ci vado da un bel po' e so come ci si deve comportare. Alla fine pulisco tutto, con la carta e il disinfettante, come prevede il regolamento. A volte resta un po' di alone, ma faccio del mio meglio». E comunque in questi quattro anni Lorenzo Zanco corre e suda. Ma già un paio d'anni fa arriva il primo avvertimento: «È vero, mi hanno detto che c'era chi si lamentava che bagnavo troppo gli attrezzi. Ma io ripulisco e asciugo tutto». Mi dicono «lo sappiamo, ma resta sempre qualcosa». Seguono altri richiami, lui riconferma che asciuga sempre tutto ma sembra che molti si lamentino che sulle macchine usate da Zanco retano piccoli laghi. E che quando corre sul tappeto elettrico spara gocce intorno a lui come una mitraglia. E così arriva il giorno fatidico in cui la direzione decide che Lorenzo Zanco è indesiderabile per troppo sudore. «Non l'avrei mai detto - dice divertito -, ma è arrivato il divieto di sudare in palestra. Pensare che in un periodo di crisi come questo fatto di sangue, lacrime e sudore, non apprezzano il mio sforzo...».
(IL GIORNALE DI VICENZA)
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