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FRACKING E TERREMOTO

Post n°22407 pubblicato il 30 Maggio 2012 da nickvi77

Non è in corso nessuna operazione di fracking né altre forme non convenzionali – per esempio l'estrazione del cosiddetto shale gas - di sfruttamento dei giacimenti di gas in Emilia Romagna e nemmeno sul resto del territorio nazionale. La smentita ufficiale arriva da fonti del Ministero dello sviluppo economico, che hanno tenuto a precisare che non sono state rilasciate autorizzazioni per pratiche di questo tipo e che – con ogni probabilità – non verranno rilasciate neanche in futuro. Con queste parole se ne va d’incanto anche l'ennesima bufala che è circolata in Rete a proposito del terremoto che ha colpito l'Emilia. Quella cioè che voleva che questo poco frequente evento sismico fosse stato causato da una serie di operazioni che venivano effettuate nel sottosuolo per conto delle società petrolifere. In particolare l’ira di Facebook si è scatenata contro un progetto, che al momento non è ancora partito, che prevede la realizzazione di un sito di stoccaggio del gas proprio nella stessa area dove in queste settimane si registrano le scosse sismiche più forti. In particolare, l’impianto dovrebbe essere realizzato a Rivara in provincia di Modena - proprio vicino a San Felice sul Panaro. Esattamente li in mezzo al cratere del terremoto. Sulla realizzazione dell’impianto c’erano state nel corso degli anni una serie di polemiche che avevano visto anche la stessa Regione Emilia Romagna dare parere contrario. Insomma c’erano tutte le condizioni perché il sito si prestasse a ulteriori strumentalizzazioni che, subito dopo le prime scosse dello scorso 19 maggio, sono arrivate. Sul Web sono cominciate a circolare immediatamente suggestioni e articoli che mettevano in correlazione l’evento sismico con l’impianto di stoccaggio che – occorre ribadirlo – al momento ancora non esiste in concreto, ma sta solo sulla carta. Alcuni si sono spinti anche più in là ipotizzando che nel sito fossero state messe in atto alcune tecniche di estrazione del gas e degli idrocarburi, come per esempio il fracking (fratturazione idraulica), o dello shale gas, che in altre aree del mondo vengono impiegate abitualmente ma che sono state – in alcuni contesti geologici particolari – accompagnate anche da fenomeni significativi, tra cui piccoli terremoti. Ma in cosa consiste il fracking? In parole semplici, si sfrutta la pressione di un fluido, generalmente acqua o gas, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso già trivellato e aumentare poi la quantità di idrocarburo estratto da un giacimento. A nulla è valso, nei giorni successivi alla scossa la smentita da parte della Erg, la società che vuole realizzare l’impianto che, in una nota ufficiale ha ribadito di non aver avviato nessuna  perforazione e “tanto meno con iniezione di gas”. La follia dei post vaganti ha continuato a dilagare sulla Rete, in una catena “mi piace-condividi” che va avanti ancora senza sosta e senza alcuna possibile forma di valutazione critica. Al punto che sul tema sono state anche presentate interrogazioni parlamentari e ora si attende la replica del Governo. Anche davanti alla smentita, comunque il popolo di Facebook ha continuato e ha allargato l’obiettivo: se non si è fatta a Rivara, ma magari questa operazione è stata fatta in qualche altro pozzo della pianura padana. “ Sui circa settemila pozzi presenti in Italia – spiegano fonti autorevoli del Ministero dello sviluppo – non è mai stata autorizzata nessuna tecnica di questo tipo. Ora sono altri i problemi a cui stiamo guardando. Ci preoccupiamo della sicurezza degli impianti soprattutto delle strutture di superficie che potrebbero aver risentito del terremoto. Fortunatamente non sembra ci siano problemi preoccupanti in questo senso”.

(WIRED)

 
 
 
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