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E’ assolutamente sconcertante e poco edificante l’episodio accaduto a Rossano per aggiudicarsi i corpi delle 6 vittime morte nell’incidente ferroviario di sabato 24 novembre. Spintoni, calci parolacce che volavano tra agenzie funebri concorrenti, il tutto davanti ai parenti che assistevano attoniti alla scena. «Quelli sono tutti miei» si sente urlare davanti alla carcassa dell’auto. «Sono stato avvisato dall’ospedale, sono arrivato per primo, se qui viene qualcuno che non è di Rossano succede un casino. Questa è roba nostra, non vogliamo gente da Corigliano o da Mirto». E l’altro prontamente replica senza colpo ferire: «No, facciamo uno a testa». Le barelle con i corpi lanciate e usate come strumento di difesa. All’ennesima lite la barella, con una delle vittime caricata sopra, viene buttata a terra. I titolari delle agenzie funebri, senza alcun rispetto, si contendevano i morti. Sono arrivati addirittura a minacciarsi reciprocamente di vedersi in seguito in altra sede per chiarire la questione, il livello a cui erano scesi evidentemente, per loro, non era già abbastanza basso. Interviene un parente delle vittime che disperato urla: «Vergognatevi, questo è il mio sangue, non sono dei cani questi sono esseri umani». Loro però non si vergognano e la querelle per chi deve aggiudicarsi i corpi continua: altri spintoni calci e si sputano anche addosso. «Fate schifo – gli urlano ancora – tutto questo per quattromila euro». E le forze dell’ordine presenti? Provano a calmare gli animi senza molto successo. Anche questo è un’aspetto dell’Italia. Vergognoso.
(Il Quotidiano della Calabria)
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il 28/09/2024 alle 13:12
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