autointervista

Post N° 268


post no comment LA FABBRICA DI BAMBINI“signore,signore può aiutarmi?sto cercando il mio bambino ma… non so come trovarlo qui?” chiese la donna, disperata e avvilita, all’unico uomo stranamente presente tra la miriade di volti ingenui.“ma signora” rispose l’uomo con un sorriso tra l’ ironico e saggio “lei non può cercare ciò che non è sicura di poter trovare. nella fabbrica di bambini ce ne sono di tutti i tipi,di tante forme e colori. ci sono quelli con i capelli biondi,castani o rossi,quelli con gli occhi verdi o blu,occhi neri profondi,occhi a mandorla,quelli magri e quelli un po’ pienotti, i simpatici, i ribelli e i timidi e per ognuno di loro c’è una mamma. cara signora le donne lo sanno quando devono venire nella fabbrica ,loro sanno riconoscere i lori figli e li vengono a prendere quando è giunto il momento.”.e cosi dicendo l’uomo che pareva senza età  si allontanò  tra l’odore di zucchero filato e caramello che invadeva delicatamente quella strana catena di montaggio dell’innocenza  .Drin drin strillò la sveglia alle 7 di un altro mattino.Edda aprì gli occhi stancamente. con movimenti meccanici appoggiò i piedi a terra,si infilò le ciabatte,preparò il caffè,pulì la stanchezza della notte nel sogno sotto la doccia e subito dopo prese un altro caffè.Si vestì di abiti sobri e colorò le sue labbra con un lucido tenue. Prese le chiavi dell’auto e come ogni mattina ,tra il tragitto di casa sua e l’ufficio si fermò nel traffico della strada principale della città..in attesa di muoversi di qualche metro rivolse lo sguardo alla sua sinistra dove nei pressi del cancello di ingresso delle scuole elementari vide i bambini in attesa dell’apertura della scuola.Chiuse per un attimo gli occhi e sentì l’odore di zucchero filato e caramello della fabbrica di bambini e di istinto si ritrovò a cercare suo figlio tra quella folla innocente come aveva fatto in sogno,incrociando sguardi belli e pieni ma lontani,rubando alle immagini di quei corpicini  un riflesso del  suo desiderio.Si rese conto allora che più volte si era trovata nella condizione disperata di cercare ciò che era frutto di una sua idea e riecheggio nella memoria della notte la frase dello strano uomo “lei non può cercare ciò che non è sicura di poter trovare”   .Dunque Suo figlio non esisteva e  non poteva esistere lei.non poteva essere figlia sulla e della terra attraverso un figlio  che non sarebbe mai nato. Si sentì in quel momento come il fantasma di una vita già morta e si accorse di essere vestita della pelle fredda della solitudine.Gli occhi si riempirono di tristezza salata e mentre chiudeva gli occhi per esplodere nell’emozione del vuoto ,gridò in silenzio dentro di sé,i tra le sue ancora inviolate  profondità…Chiese pregando, mentre la voce dell’uomo ripeteva nella sua anima “non puoi cercare ciò che non sei sicura di poter trovare”Chiese……”DOVE SEI… “    tratto "dalle mie notti insonni" di lykes