ESSERCI

sugli scalini mangiava granita


E la lasciò davanti all'altare come si lasciano un paio di scarpe dopo una giornata,scarpe sudate,scarpe che puzzanonon si voltò neppure,lei lo rincorse disperata,niente,nemmeno una lacrima riusciva a fargli vedere,ghiaccio a pezzi erano diventate le parti del corpo,non riusciva a farlo muovere quel  suo corpo,lui si allontanò,lei già pensava a tutto quello che da li a poco sarebbe successo,la vita che sarebbe cambiata,la vita che non ci sarebbe più stata,le sue braccia,quella prima volta in cui a casa sua lui le tolse la verginità,senza dargli importanza,come se tutto era dovuto,lei pensò che era un grande bastardo,bastardo buono,quindi bastardo il doppio.Andò dentro al bar,nessuno la degnò di uno sguardo,chiese un bicchiere di granita,sul banco il bicchiere arrivò come se fosse infetto,quell'occhialuto da sotto le lenti spesse un dito, le disse,300 lire,lei pagò e andò a sedersi sugli scalini...l'erba cresceva tra le crepe della chiesa,tra gli scalini vecchi e rotti....sembrava la scena di un film...invece era solo la sua vita.le formiche diligenti seguivano il loro percorso.Adesso bisognava solo aspettare.Da allora lei non si fermò più davanti a un paio di pantaloni e una barba incolta,c'era sola la vita, ricominciare dove gli altri si erano presi la libertà di sbattergli in faccia la loro vigliaccheria,il loro disprezzo.