ESSERCI

La giostra


La giostra di quando ero piccola era nel piazzale del cortile interno della scuola. A qualche sedia mancava lo schienale e quando girava pendeva da una parte, e per questo i bambini che a scuola erano "chiusi" cioè non ne uscivano alle 17:00 come la metà degli altri ma, stavano a soggiornare lì per interi anni, la giostra la monopolizzavano.Erano i figli di gente in situazioni particolari: figli di detenuti o con condizione disagiate oppure figli di emigranti, per cui i genitori andavano a lavorare in Germania, si, allora tutti emigravano e stavano a lavorare in Germania, e mettevano i figli in collegio dalle suore.Suore che erano più delinquenti dei bambini, non saprei chi avrebbe vinto la gara se, ve ne fosse stata una, di sicuro le prime. I bambini sapevano appunto che, la giostra girando forte pendeva da una parte e chi era seduto nella sediola senza spalliera o si rotolava per terra, rompendosi qualche osso o nella migliore delle ipotesi si ammaccava come na pera quando la metti nel cestino della frutta e te la scordi e quando la vuoi mangiare è ancora bella ma quando la vai a sbucciare capisci che non è cosa e l'adagi delicatamente nel secchio della spazzatura. Ebbene, un giorno sulla sediolina sedette Pepè,o meglio fu fatto sedere di proposito: non molto carino sia fisicamente che di viso, aveva anche un modico strabismo e gli altri collegiali lo usavano come arma per colpire questo o quest'altra vittima del momento.Pepè facendo il gradasso e dando così dimostrazione di essere un'impavido temerario, salì e mentre i gemelli Pinotta e Fabrizio ridendo a squarciagola iniziarono a far girare la traballante giostrina che nel frattempo,si era riempita di odiose quanto velenose bambine accomunate coi tre per il comportamento e per i furti che facevano, mettendo le mani nei cestini con la colazione e col pranzo dei più timorosi e fragili.Insomma mentre la giostra girava velocemente e se ne poteva sentire il fischio, Pepè salto fuori e andò a sbattere contro il pilastro di cemento che sosteneva la scuola materna, e cosa imprevedibile si alzò da terra e sempre ridendo se ne corse via, saltellando per giunta. Pensai che se fossi caduta io, che ero pacioccona e impacciata, mi sarei fatta male.Al sopraggiungere di Suor Concettina tutto cessò, un silenzio di tomba aleggiò per il cortile e tutti rientrammo in sala mensa.Da grande, un giorno rividi ancora la giostra, pensai a tutti coloro che l'avevano usata e provai un senso di tenerezza.