Abisko e Norvegia

Giske, Godøya e Alnes


A poca distanza da Ålesund le isole di Vigra, Giske e Godøya sono veri e propri paradisi naturalistici, poco conosciuti e ancor meno esplorati. Da Ålesund comodi bus di linea, sempre mezzi vuoti, percorrono arditi ponti o paurose gallerie sottomarine conducendo al solo prezzo del biglietto ordinario, alla “dimensione parallela” costituita dalle incantate isolette; è molto meglio che pagare i prezzi salatissimi delle crociere in battello che offrono simili itinerari.Su queste isole la presenza dell’uomo è talmente limitata da creare imbarazzo anche ai rari visitatori; da Godøya, Ålesund appare come una macchia grigia all’orizzonte che lascia solo immaginare i rumori dei bar e dei locali all’aperto. Gli odori ed i rumori che dominano sulle isolette sono quelli del mare, degli scogli, degli uccelli marini.Alnes, raggiungibile in un’ora e due cambi di bus dal centro di Ålesund, non è altro che una fila di casette rosse (rorbu) lungo una scogliera; ogni casetta ha un pontile, una barca, un cumulo di nasse per crostacei; un nugolo di gabbiani che si contendono gli avanzi della pesca. Alcune rorbu vengono affittate ai turisti, barchetta compresa. C’è un solo negozio che vende di tutto, comprese le salsicce (korv), fortunatamente a prezzi ragionevoli.Alla fine della strada un vecchio faro completamente in legno segna la punta più occidentale dell’arcipelago; la luce del faro serve probabilmente più per rassicurare gli abitanti di Alnes durante le mareggiate, che non a segnalare gli scogli agli attrezzatissimi naviganti di passaggio.È possibile visitare il faro, salire la stretta scaletta di legno, godere del vento sul balconcino della lanterna; nella casa del fanalista (il faro è automatizzato) è organizzato un minuscolo museo con foto sbiadite della guerra, ritagli di giornali che ritraggono un gigantesco cetaceo spiaggiato sulle scogliere, la foto della visita di un pastore, quella della regina e l’elenco degli ultimi fanalisti con ritratto di famiglia.Un piccolo banchetto funge da bookshop; ovviamente c’è un libro sulla storia del faro, alcuni testi sulla storia dell’isola ed altri di ornitologia e flora/fauna locale anche in inglese. Si vendono anche souvenir e cartoline, c’è una cuccuma di caffè caldo ed una torta di mirtilli fatta in casa. Su ogni oggetto c’è il prezzo e in un angolo una cassetta con scritto semplicemente . Nemmeno il più incallito scroccone italiano, di fronte a tale semplice disponibilità, avrebbe il coraggio di bere una tazza di caffè senza inbucare le 20 corone nella cassetta!Vicino all’ingresso c’è il libro degli ospiti, dove è raro trovare più di una firma al giorno ed assolutamente inutile cercare tracce del passaggio di connazionali.Mentre si aspetta il bus di ritorno è possibile fare passeggiate sui sentieri a sud del faro e se si è un minimo attenti si riconoscerà che quegli strani uccelli che volteggiano sulle scogliere sono gabbiani, cormorani, sule ed anche pulcinelle di mare.L’accesso alle isole con mezzi propri è penalizzato dai pedaggi richiesti per le gallerie sottomarine. Per i camper la tariffa è più alta e se nel programma di viaggio sono comprese le isole Lofoten o la Rv17, si può evitare Godøya e tenere gli “spiccioli” per altri balzelli.