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Kungsleden3

Post n°84 pubblicato il 20 Settembre 2007 da mfelix68
 

Il sentiero si snoda dapprima in falso piano in mezzo a contorte betulle nane, su fondo appena accidentato; a tratti ci si affianca al torrente che dall’Abiskojaure porta impetuose acque nel Tornetrask. A sinistra ci si presentavano maestose vedute del Lapporten, montagna sacra ai Sami; un lenzuolo di bianche nuvolette gli faceva da mantello. Poi la valle si apriva, il torrente diventava un ampio fiume, con tanto di ponte sospeso, fortunatamente di recente costruzione.

Camminavamo con animo allegro nel fitto del bosco, con fondo a tratti fangoso; si camminava quasi in un greto di torrente, parte su passerelle in legno purtroppo sconnesse; finimmo spesso coi piedi a bagno e la nostra attrezzatura da interrailer dimostrò tutta la propria inadeguatezza.

Mentre il Kungsleden ci offriva le sue prime salite, il cielo si era fatto scuro ed una fitta coltre di nubi prometteva di rovinarci la giornata.

Dopo un paio d’ore emergemmo su un ampia pianura spazzata dal vento, il sentiero frastagliato in più piste; a guidarci solo i paletti invernali per le motoslitte. Il fondo era costituito da muschio o erba fangosa, funghi e mirtilli crescevano ovunque come in un libro di fiabe, camminare era faticoso per via del terreno pesante. Faceva un freddo cane; tirammo fuori dallo zaino tutto quello che avevamo e lo indossammo, comprese le giacche imbottite che ci erano sembrate esagerate alla partenza da Milano. Indossai anche il cappellino col pompon comprato per la cuginetta…

Arrivammo all’Abiskojaure dopo quattro ore complessive di marcia (sono pur sempre 15 Km); il vento era così forte che dovevamo camminare in fila indiana chinati in avanti e qualcosa come aghi ghiacciati ci pungeva il volto.

Ci acquattammo presso due stamberghe costruite con zolle di terra e rami contorti di betulla; dopo 15 secondi fummo assaliti da un’orda di zanzare assatanate che ci pungevano a decine contemporaneamente.

Mangiammo in fretta i panini con le dita intirizzite dal freddo ed i piedi semi-congelati (gli scarponi facevano acqua…) e senza riposarci decidemmo di abbandonare all’istante quella località, tanto magica quanto inospitale, e di tornare al riparo tra i boschi.

Dall’altra parte del lago, lontano dal Kungsleden, un gruppetto di renne ci guardava con l’espressione di chi ne ha viste di peggio!

 

Foto dell'autore: Lapporten, 1998

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