Dietro ogni pagina

Innocenza.


Percorro con le dita i contorni del tuo viso nel mio pensiero. Dovrei pensare al bambino che sei stato, preso a calci, solo, disperatamente alla ricerca di qualcuno con cui condividere anche solo un momento di sconforto.E' inutile, io non ci riesco; i miei polpastrelli si bloccano, e hanno male, tanto male, troppo male. Poi dopo un istante più niente; l'unica cosa che rimane è un'incomprenisibile voglia di ridere.C'è il sole, finalmente oggi si può parlare di primavera, e Milano ha smesso per qualche ora di essere triste e logorante. Già, logorante. Come le corse sotto la neve per arrivare in tempo al lavoro, le gocce di pioggia sulla camicia mentre la mia giacca di pelle era l'unico riparo per una bimba di nove anni.Sento un'altra voce che mi dice che non sono io a dover chiedere scusa. Io sono innocente, lo sono adesso, e forse lo sono sempre stata. Ho l'innocenza, ma non so fino a che punto ho la forza di sporcarmi le mani di sangue e rancore, un rancore che non mi appartiene.Non è mio, non fa parte del mio modo di vedere il mondo e di quello che voglio lasciare agli altri. Perchè è questa la paura più grande: portarmi dietro sempre questa parte laida che mi hanno inoculato a forza.Non tutti i luoghi comuni anni '70 sono così "luoghi comuni", violentati dal tempo e dalle più svariate banalità umane.Happy Family.La camera a gas ha portato i suoi effetti in ogni angolo dei miei polmoni. Io non devo chiedere scusa.Io sono innocente.