Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

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Valutazione sull'(in)efficacia del blog

Post n°610 pubblicato il 29 Aprile 2011 da gianor1
 

E' uno di quegli attimi ricchi di fascino, così sconosciuti alla abituale realtà dei sensi. E' l'istante sospeso in cui ogni illuminazione, ogni epifania è possibile: l'attimo in cui il caffè sta per gorgogliare all'interno della moka.
Ogni filosofia è nata di fronte a una tazzina di caffè. Talete stesso fu il primo a teorizzare l'importanza del servizio da dodici (ricordate la suddivisione del giorno in 12 parti?).
E mentre l'aroma della miscela arabica ricrea l'universo, mi vengono in mente le parole di quello scrittore. Quello giovane, avete presente? Quello antipatico, narciso, insopportabile e talentuoso. Naa, ma quale Buttafuoco? Ho detto talentuoso. Insomma, sto parlando di Baricco.
Ecco Danny Boodmann T.D. Novecento, forse, avrebbe detto così.

Nella realtà che viviamo c'è tutto.
Ma non c'è una fine. Quello che non vediamo è dove finisce tutto questo. La fine del mondo reale. Ora pensate: l'alfabeto. Le lettere iniziano, le lettere finiscono. Noi sappiamo che sono meno di trenta, e su questo nessuno può fregarci. Non sono infinite, loro. Noi, siamo infiniti, e dentro quelle lettere, infiniti i mondi che possiamo creare. Ma se ci affacciamo alla vita reale e di fronte a noi si srotola un alfabeto di milioni e milioni di lettere, che non finiscono mai, allora questo alfabeto è infinito, allora ci siamo accomodati  di fronte alla scrivania sbagliata: quello è l'alfabeto con cui scrive Dio.
Fuori dal blog, tutto questo mondo vero, quel mondo addosso che non sappiamo dove finisce.
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità?
Io vivo in questi post, e anche di qui il mondo passa.
Ma non più di 500 battute per volta.

 
 
 
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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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