La riva dei pensieri

Nido sicuro


Ho finito di rileggere "Le Città invisibili" di Italo Calvino e come la prima lettura che feci anni fa mi colpisce il finale per cui la mia convinzione è che sia effettivamente possibile ricavarsi una parte di paradiso anche in mezzo all'inferno. Ma qualche volta diventa inevitabile agire con un sussulto, abbandonare la difesa che mi protegge, togliere l'armatura, liberarmi dalla mia stessa indole se necessario, per  incontrare davvero quel che è consono al mio essere.Rischiare è una faticosa pratica per me anche se rifuggo la pavidità e il rimpianto o se volete la nostalgia, ma anche perchè responsabilmente non voglio dare un taglio al passato né trascurare bruscamente i rapporti personali, le abitudini acquisite, le piccole sicurezze, o presunte tali, quelle relazioni che punteggiando il lavoro mi agevolano nel quotidiano inganno del perseguire soluzioni dove al massimo posso rintracciare solo quesiti. Esito davanti agli inviti della sorte anche se non mi è di giovamento, innanzitutto perché chi non esplode implode, secondariamente perché non è detto che la sorte suoni sempre due volte... Ora questo discorso  dovrebbe concludersi con un proponimento, a mo' di chiarimento, e invece no: lascio che il mio animo e l'animo di chi mi legge propongano senza farsi distrarre dall'intreccio aggrovigliato delle sillabe inquiete.