La riva dei pensieri

Isola dei famosi


                                                Famosi di che, di cosa? Vabbè, meglio lasciar perdere. In fondo sono un buon liberale e la facoltà di visione è lecita per tutti.A volte, però,  ho la convinzione che in alcune situazioni della vita è ingannevole cercare un appiglio o un'occasione di risata. Mi guardo attorno: non c'è nulla, davvero, di cui ridere. Già in troppi fanno mostra di incisivi e premolari, sui giornali o in televisione. Più che un telespettatore, oramai mi sento un odontotecnico. Ma io no, io non rido. Al massimo, nei giorni di infrequente buon umore, digrigno i denti. Personalmente m'identifico con il saggio bibliotecario cieco de "Il nome della rosa", il venerabile padre Jorge da Burgos. Lui sì che vedeva lontano. E aveva ragione, indubitabilmente!La risata, quella che vogliono loro, stravolge i tratti fenotipici e i gangli cerebrali dell'uomo e lo rende uguale alla conosciutissima e incolpevole casalinga di Voghera. Assisto inebetito e oramai imbelle alla versione in differita della mia vita come se fosse una puntata de "l'isola dei famosi (ma quand'è che arriva la pubblicità?).Tu che ora stai leggendo, cancella la tua risata, e dammi un sogghigno, al massimo un ghigno, o una smorfia.Le pernacchie no, per favore .