La riva dei pensieri

Illusione primaverile


Il tempo appare esitare in un marzo bizzarro. In questo momento, tuttavia, non piove. L'altro giorno, passeggiando nel mio giardino ho fatto in tempo a godere lo spettacolo di una magnolia in fiore, con i suoi colori rosa-violacei e quella patina d'avorio, in perfetta armonia con la smodata policromia primaverile. Ho fatto in tempo a vedere i fiori. Ora sono già caduti e le foglioline iniziano a far capolino. La primavera ha le sue paturnie; è lunatica, può mettere di buon umore quanto innervosire. Ad ogni modo è sempre sopra le righe. Personalmente preferisco l'autunno, mi si confà di più. Poverina, la primavera non ha colpe, sono io che nel vedere tutta la natura rifiorire mi sento uno spettatore posto a distanza, un pò in disparte. Questo un poco mi fa male. Così mi sento più a mio agio con l'impatto cromatico monocorde dell'autunno. Ma poi, a ben guardare, quando le foglie cominciano a cadere e a cambiare colore hanno la loro bellezza. Forse è la loro vicinanza con la morte che le fa sembrare così belle, il loro canto del cigno: si sforzano di dare l'ultimo tocco a questa tela bellissima che è la natura. Tutte le cose, in prossimità della loro fine, nella coscienza (naturale?) del loro decadere fisico riescono ad avere un sussulto, un impeto: è il loro ringraziamento al mondo, forse per essere state vitali per un poco. O un moto di ribellione, chissà! La primavera invece è spavalda, non si cura del futuro, la sua illusione è un continuo presente. E sia! Non si può stare ad interrogarsi più di tanto.