La riva dei pensieri

Puzzle di stelle


                   
A mo' del  più romantico dei sognatori, ho scrutato il cielo stellato e provando mentalmente a congiungere con una linea ideale quei punti luminosi per costruire un puzzle da cruciverba, nell'intento di spiegare la banalità della vita e della sua fine in una sola immagine, in una sola parola.Ma la volta celeste è rimasta di marmo, appena percorsa da un filo di brezza notturna, amareggiata da un inusuale silenzio e da un profumo acre.Il succedersi del tempo è trascorso inesorabilmente da quando camminavo a piedi nudi sull'asfalto per sentire il calore proibito, inseguendo lingue trafelate di cani fino a sera e poi, stanco del gioco, mi adagiavo a pancia in sù, sul muretto di cemento infuocato dal giorno, e negli occhi affamati di sogni entravano, una ad una, tutte le stelle ad incendiare il futuro e le speranze.Troppi anni sono passati da quando l'attesa di una tua parola era un'emozione di gioia, puntualmente smentita dal tuo tacere freddo come l'acciaio e non voluto. E allora sognavo alchimie di lucciole e grilli che mi portassero la tua buonanotte. Solo un alito sarebbe bastato, un po' di tempo rubato ai libri, e a quelle amiche dalle risate scomposte. Solo un soffio, un sussurro d'azzurro, per essere amante, per essere padre.E così ho imparato la vita col cuore vagabondo, sbagliando, provando e  riprovando ancora a disegnarne i sentieri, annusandone, avido, gli angoli alla ricerca della tua presenza. Ma i tuoi giorni erano altrove, in un altra dimensione.E le strade trovate e percorse assieme, per poco, sono state matasse di felicità e danze leggere di gru cenerine, ripiegate sul ventre della terra.Ma gli odori che ho imparato sono quelli di altri corpi e altre mani e altri abbracci, di altre donne perse e nude in labirinti di cristallo opaco.Solo per un giorno o per sempre. Ma oramai sono storie lontane e l'uomo arranca nel suo quotidiano alla ricerca del niente.Avrei voglia di camminare a piedi nudi, anche qui, proprio ora, per sentire sulla pelle, ancora una volta, l'urlo caldo della vita e poi sdraiarmi a contare le stelle. Ma dalla tua stanza non si vedono stelle e qui non cresce speranza.E allora aiuto gli occhi baciati d'insonnia e niente più che aspettare la fine. Albeggerà troppo tardi, domattina.