La riva dei pensieri

La spiaggia dei ricordi


 "L'uomo felice non è colui che gli altri credono tale, ma colui che vede se stesso così"E' un pensiero che ho letto nei Detti Morali di Publilio Siro e che condivido abbastanza. Sono convinto che nell'animo c'è un approdo confortante e liberatorio che esalta il mondo segreto e che accompagna il divenire per trovare la felicità interiore o quanto meno per diminuire gli effetti delle avversità e dell'afflizione. Quando sono attanagliato dallo sconforto e non vedo luce davanti a me, ritorno indietro negli anni e rammento con nostalgia le giornate intere passate sulla spiaggia  e nel mare a giocare spensieratamente. Giocavo e fantasticavo incredibili avventure in mondi lontani e sconosciuti. Realizzavo sogni fatti da castelli in aria e di sabbia che l'onda dispettosa portava via con sè, ma che poi il mare, generosamente, mi ha ridato nelle scorrerie degli anni. Ricordo il mio sguardo incuriosito inseguire i gabbiani e i cormorani, sospesi agilmente nel cielo in cerca di prede marine. Rammento i pescatori con il viso scavato dal solco della fatica; rugosi e costantemente violentati dai raggi del sole. La fatica quotidiana per riportare a riva le reti. "Issa,issa!Dai!". Era un canto dolcissimo, ritmato dal loro respiro e dal loro cuore. A volte era felice, altre triste. E quando il pescato non bastava neppure a sfamare la propria famiglia, con speranza indomita,ringraziavano il Cielo. Quanta dignità!Ricordo il lento abbandono del sole quando  nella sera si lascia cadere nel mare, sfoggiando, come un pavone innamorato, un arcobaleno di intensi colori e si lascia inumidire dall'acqua azzurra fin a svanire nella notte profonda. Rammento in un pomeriggio caldo d'inizio luglio l'incontro timoroso di due amanti,ancora acerbi, e teneramente uniti per scoprire l'uno nell'altra la paura della trasgressione e la fine desiderata della loro innocenza. I visi arrossati dall'affanno e dal sole, trovavano sollievo solamente nell'umido incontro delle loro labbra sconosciute e inesplorate. In quegli attimi la loro era un'eternità fatta di  carezze incontrollate, timide, impacciate. Si aiutavano reciprocamente nello scoprire il proprio corpo attraverso l'altro; attigendo esperienza comune. Quanto silenzio fatto da sorrisi imbarazzati, di parole sussurate e nuove...Infine tremando all'unisono, come due strumenti accordati, si abbandonavano stanchi e felici sulla sabbia riscaldata dal calore del sole e bagnata dal loro amore.Ecco, ora sono come vuole la mia anima. La nostalgia mi ha dato quella carica interiore. Altro non è che la dolcezza di amare ciò che mi circonda, di vivere compiutamente i miei sentimenti. Forse qualche lacrima scenderà ancora sul mio viso: una mano amica la vedrà e l'asciugherà.