La riva dei pensieri

Sentiero infinito


Non mi perdo maiperché non so dove sto andandoI. SōjunMi stupisco, talora, di quanto infinito, possa penetrare nell'animo dell'uomo.Immutabile, con la mente in agitazione, viaggio in tutti i luoghi, oltre le barriere, e indago ogni anfratto che incrocio, tutti i dossi nei quali inciampo giorno dopo giorno. Incedo lungo un sentiero che appare senza termine. A volte su percorsi affilati come una lama i cui bordi sono divergenti ma riflessi. I contorni che segnano i solchi del viso, gli insegnamenti ricevuti, i prodromi  di tanti avvenimenti, tuttavia, li distinguo e li serbo solo con gli itinerari mnemonici della ragione e  mettendomi in gioco con l'eventuale pericolo di restare inerme davanti ad eventi plausibili ma imprevisti e quindi incontrollabili. L'adolescente che ero, fantasticava un innovativo e differente mondo e il suo sguardo si posava affascinato su mappe geografiche sempre più complesse per definire le strutture permanenti della realtà, delle sue coordinate valoriali, e sognava, e vagabondava, diventando il più grande utopista d'ogni tempo.Allora, conscio del pericolo che questa libertà potesse allontanarlo dalla logica esistenziale, prese una pausa dalle cose che il cammino della fantasia provocava; tuttavia, non intese inventare un epilogo.Invece sopra una tastiera, con illimitate variazioni, componeva pagine di vita, alternando gioie e amarezze, ipotesi più o meno attuabili e ricerche oggettive che indicassero norme universali di comportamento. Oggi è un uomo che presume di essere racchiuso in uno spazio delimitato che riesce a controllare. L'oltre è troppo immenso e vi abita l'imprevedibile.L'eleganza musicale di Debussy introduce e accompagna la riflessione esposta.                            Appendice malinconicaDal mio diario: Parigi 31 dicembre 2002.Sono stati sufficienti poche ore per comprendere la tua amabilità, nelle espressioni di gioia e serenità della gente, negli edifici tersi e curati, nei motivi ornamentali deliziosi che per incanto si delineano poco distanti dalla boulangerie.Passeggiando mi hai condotto a Notre Dame e lì l'arte e la devozione hanno abbracciato per sempre il mio cuore. Hai ben soddisfato la mia vista curiosa fin dentro i lucernari, mentre la vista inseguiva la festa dei prospetti archittetonici.E quando mi sentivo affaticato, mi hai invitato ad accomodarmi dove lo desideravo.Ho percorso e attraversato la bellezza singolare e sfavillante delle tue routes, in mezzo a innumerevoli turisti vocianti e sorridenti, ma nel piccolo ambiente del quartiere dove risiedevo, mi son trovato a mio agio, coccolato. Con gli amici ho discusso sulle differenze scolastiche, ho cucinato e mangiato insieme a loro, bevuto buon vino e sorbito tè caldo che con il freddo di questo fine d'anno è stata una panacea.Della tua eleganza ho compreso che sei solerte e premurosa nei confronti delle mie esigenze, ma soprattutto che non posso fare a meno di ritornare. Sono tornato e ritornerò per pregare perchè Nostra Signora riprenda gli abiti della bellezza, dell'arte.