La riva dei pensieri

Quando la cultura è un accessorio


Avendo seguito gli studi classici ho scientificamente verificato e rigorosamente valutato che la lingua italiana sia un'emanazione romanza, cioè una derivazione volgare del latino. Invece ascoltando  un telegiornale ho appreso, stupefatto, che proviene dall' "americananza" (vocabolo inesistente ma fa rima con romanza!).  Cioè impostata da Seneca, Catullo e Orazio, attraverso l'Alighieri, il Petrarca, Macchiavelli e Manzoni viene rinnovata da Fonzarelli detto Fonzie e  incrocia Moriconi Aldo (Sordi) nel film "Un americano a Roma". Ricordate la scena del piatto di pasta?Il nostro meticoloso ministro degli esteri, fermamente persuaso, pronuncia la parola "virus" con la fonetica anglicizzata di "vairus". Deplorevole esterofilia che per il vocabolario Treccani consiste nella “esagerata simpatia per le idee, i costumi, i prodotti, i vocaboli stranieri”. Pertanto a palazzo Chigi non abbiamo Peppino ma Peppaine: è più consono e modaiolo. Probabilmente lusingherà il misoneista presidente yankeee.D'altronde anche il guardasigilli ha confezionato una riformina della prescrizione  che finalmente ha concluso l'aiter.In attesa che al dicastero degli interni il ministro lasci il passo a un internista specializzato o meno e che per la Sanità si individui un sanitario, candido e igienizzato, rintracciabile nella toilette del Parlamento, esorto il ministro dei beni culturali a fare attività  ginnica dandoci dentro di brutto, se non vuol finire sostituito o esonerato. Stiamo attraversando un periodo  grave e serio: per la Cultura urge un culturista.Poichè l' amarezza è talmente opprimente, ho scelto, per questa ebdomada, di privilegiare un tema musicale lenitivo per la mia malinconia : ed ecco una composizione piuttosto articolata e brillante basata, con poche deviazioni, sulle varie fortune del capriccioso tema di base. Tuttavia il fine ricreativo è raggiunto con il ricorso a una tecnica strumentale non particolarmente impegnativa, ma tecnicamente professionale e abile.                               Appendice viraleMinistri e sottosegretari annaspano. Si credono statisti, sono invece modesti impiegati statali. Della politica non conoscono né la grammatica né la sintassi. Il loro capoclasse è spaurito, scrive sulla lavagna numeri a caso e li cancella, poi li riscrive e li ricancella. Annuncia e ritrae, promette e smentisce in preda a un disturbo da tic motorio e vocale persistente. Il governo non ha gestito l'emergenza, ma dall'emergenza s'è fatto incalzare. L'Italia in questa drammatica circostanza della storia è stata sfortunata. Il nemico, insidioso e invisibile, l'ha sorpresa senza protezione. Mai dalla nascita della Repubblica si era trovata in una condizione peggiore: non ha politici di valore, né a destra né a sinistra, né al centro né altrove; non al governo non all'opposizione. Non ha leader, ha solo mercanti di poltrone; ha tribuni della plebe, non consoli. Dopo l'incubazione verrà l'incubo: avere ancora questi governanti.