La riva dei pensieri

Il niente ammanta il tempo


Talvolta lo scorrere del tempo appare un'iniqua prevaricazione. L' improba e implacabile tirannide, l'affanno quotidiano che non approda a nessuna conclusione. Mezzi di comunicazione, impegni lavorativi, obiettivi solo materiali come i soldi, la ricerca ossessiva di un aspetto esteriore e superficiale per ambire ad una elevata e immeritata posizione lavorativa e sociale. Non esercitiamo più la pazienza e la pacatezza;  ci lasciamo trasportare  più da frenesia e ansietà eccessive quindi irrazionali.Spesso è complicato sostare un momento per rimirare un cielo blu, o gioire dei colori di un tramonto oltre l'orizzonte del mare; accompagnare un vecchio per agevolare il suo lento cammino, asciugare  il sudore che  scende sulle sue gote e magari accarezzare con delicatezza i candidi e fragili capelli vissuti.Non reperiamo uno scampolo di tempo da dedicare ad un amico disabile e con lui assaporare il profumo dell'erba fresca lambita dalla rugiada del mattino, cogliere delle pratoline variopinte, o un rarissimo quadrifoglio porta fortuna. E poi alzare il viso per stupirci delle nebule nivee che giocano con il vento, magari descrivendo i profili come luoghi e visi conosciuti o ricavando storie straordinarie dal volo semplice  di rondini, accordato da melodie incomparabili.Ma all'improvviso tutto si dissolve a fronte dell'insegna del super mercato e allo squillo dello smartphone che implacabile rammenta tutte le incombenze; sullo schermo l'agenda non molla e costruisce un presente che dopo poco non è più tale, come le notizie che si susseguono. Vabbè tanto sono tutte identiche e la maggior parte non lascia impronta nella nostra memoria. Ogni giorno sono le stesse, quasi ricorrentiAnche le catastrofi naturali, i conflitti e le criticità sono diventati esperienze ripetitive, a cui ci assuefiamo colpevolmente. Ingenuamente reputiamo che a noi non possa accadere. Invece il dramma di questi giorni dovrebbe farci intendere che la solidarietà e la consapevolezza sono comportamenti da porre sempre in primo piano.Le menti agiscono veloci su tastiere potenti che commentano il nulla, gli incontri e i dialoghi riflettono esistenze di chi si sente quasi obbligato ad essere presente e naviga ormai nel vuoto. Il nulla avvolge: video, foto, musica e rumore. È più facile fare solidarietà a distanza, un’azione o un’adozione lontane, che metterla in pratica tutti i giorni, in prima persona, spendendosi in energia e sentimenti. A parte il coinvolgimento emotivo, questi comportamenti richiedono tempo. E noi non ne discopriamo intenzionalmente e forse anche colpevolmente.La dipanatura musicale per questo intervento, seppur in contrasto con la tematica, appare consolatoria.La sonata dialogizzante tra violino e pianoforte sottintende freschezza, serenità e senso gioioso della vita. Soprattutto in questo primo movimento è di grande cantabilità con tono dolcemente melodico e di ampie dimensioni. Esecuzione concertistica di magnifica eleganza.                                            Appendice viraleDiceva Flaiano che la stupidità degli altri l'affascinava, ma che preferiva la sua. Il geniale e ironico scrittore mai avrebbe pensato che uno strano genere (dis)umano dotato di cervello basaltico, un giorno avrebbe mortificato la stupidità a tal punto da trasformarla in mascalzonata infettante. State a casa, non uscite, è il mantra che ci accompagna per 24 ore e l'infame invece che fa? Pur di far respirare un cervello che non ha gira i market da nord a sud con la scusa di accattonare qua e là un chilo di pasta, la passata di pomodoro, due panini, un etto di mortadella e un bricco di latte. Cura il risparmio? Forse, non la salute. Peggio l'imbecillissimo che col poliziotto si giustifica: se non bevo non campo, esco per ubriacarmi. Un mondo vario ma non bello: pessimo. C'è chi non resiste all'arrosticino in allegra brigata e chi non rinuncia a un giro di tango argentino. Chi raduna gli amici per discutere della crisi di coppia in periodo di coronavirus. Mi piacerebbe che questi idioti entrassero in un hotel  dalle mille sbarre. Ormai nella testa degli stupidi c'è una specie di album delle figurine dove ciascuno ha la sua casella. Lui e lei avevano anche il lettino nel ribaltabile: atti osceni può essere, fuori orario di sicuro. Buona fortuna ai cretini e, se loro permettono, anche a me.                                          Seconda Appendice virale"Stringiamci a coorte”. Il virus chiamò. Accorpiamoci, uniamo le forze, non disperdiamole in contrapposizioni sterili. Ascoltiamo il monito del Colle. Nella storia della nostra Repubblica i Presidenti hanno dato il loro meglio tacendo e il loro peggio parlando troppo. Tacere è il modo per dare più forza alle parole quando il momento storico impone di pronunciarle. Questa volta Mattarella ha colto nel segno. Ha detto ai politici: rimandate al dopoguerra virale le vostre beghe; ai vostri interessi personali e di partito anteponete quello della nazione; non speculate per guadagnare consensi sulla pelle dei malati e sulla memoria dei defunti. Rinviate la resa dei conti. Perché una resa dei conti ci sarà. Qualcuno dovrà spiegare perché proprio l'Italia ha più morti della Cina; perché tutti gli interventi contro il Covid sono stati di reazione e non di prevenzione; perché da noi l'epidemia è esplosa prima e più letale che in ogni altro luogo dell'Occidente; perché Conte si è accorto che era scoppiata la guerra quando l'invasione era già avvenuta; perché ci ha corbellato dicendoci che "siamo un modello per il mondo". Ora però dobbiamo uscirne vivi. Poi si vedrà. Non avendo di meglio affidiamoci al ministro della Salute, un signore che, mancando di risolutezza, confida nella Speranza. Basterà?                                          Terza appendice viraleQuesto stramaledetto coronavirus non solo mette in pericolo le nostre vite e la nostra salute, ma ci ha stravolto le abitudini. Niente più code ai semafori, niente caffè al bar, niente pizza con gli amici, niente partita allo stadio. Nel mondo, non c'è traccia di vita normale. New York City ha abbassato le saracinesche, e se lo fa - per dirla con Frank Sinatra - “the city that never sleeps” (la città che non dorme mai), beh, è cosa seria. Eppure, c'è chi riesce a condurre una vita normale, come se la civiltà occidentale non stia vacillando sotto i colpi di un nemico visibile solo al microscopio. Il Pentagono, ovvero il ministero della Difesa statunitense, ha annunciato di aver testato un missile ipersonico equipaggiato con armamenti. Sono strumenti di guerra capaci di viaggiare a 5 volte la velocità del suono e raggiungere obiettivi lontanissimi in una manciata di minuti, non dando così il tempo al nemico di neutralizzare la minaccia. Insomma, mentre si teme per il futuro del nostro mondo, ci sono imbecilli che giocano alla guerra come se nulla fosse. Nel caso il virus non riuscisse a sterminarci, ci sarebbero i generali americani pronti a farlo.