La riva dei pensieri

Riconsiderare i giorni a venire con maggiore attenzione e ponderazione


In questi giorni di separatezza comunitaria quasi cenobìtica ho pensato all'incredibile attitudine avversa del mondo occidentale di valutarsi, in una società radicalmente alterata, ancora sovrastante, quasi incontenibile sino al punto di farsi avvolgere in un'incontrollabile e mostruosa ansia di onnipotenza.Probabilmente è una considerazione inopportuna e in questo momento mi auguro di avere esagerato.Non è così, purtroppo. Anche noi, come il Pelide Achille siamo vulnerabili. Anche noi come il prode dell'ionico scrittore presumiamo di essere stati immersi nel fiume ìinfernale, le cui acque rendevano invulnerabili, siamo stati sorretti per un tallone che, quindi, invulnerabile non è. Dunque, invece di accertare e verificare con razionalità ci abbattiamo rifugiando la nostra mente in illusorie e generiche parole d'ordine alla “andrà tutto bene”, sperando di garantirci una consueta e metodica riproposizione della normalità. Ma in  questo momento è obbligo essere concreti. La nostra esistenza sarà ineguale anche per la semplice ratio che la nostra generazione, al contrario di quelle precedenti, ha una relazione con la fine della vita molto più irrazionale. Si evidenzieranno molteplici diversità, come la capacità economica e la base democratica, altre non subiranno  evidenti cambiamenti  ma peggioreranno come l' equa distribuzione della capacità reddituale: molti di più saranno ancora più poveri e pochi saranno sempre più potenti e ricchi.In questi frangenti ansiosi e dolorosi è necessario dedicare i nostri obiettivi all'emergenza ma è anche essenziale avere la potenzialità di riflettere sulle giuste esigenze del prossimo domani senza ìndifferenza, perché di insensibilità questa comunità lesa e indebolita non ha bisogno. Riprendere in una nuova considerazione i giorni a venire, con modestia e con sagacia, solo così l'“andrà tutto bene” in prospettiva avrà un senso compiuto.In questo periodo è necessario che la politica diventi estetica filosofica. È demoralizzante ascoltare voci da bar che sempre concludono “la politica in questo momento si faccia da parte”. Certo, deve abbandonare la polemica e le diatribe strumentali e tendenziose ma non deve rinunciare al suo ruolo e alla sua vera identità che ha come fondamento il progettare accordi, originando se necessario, sussulti culturali o financo sovversioni. Importante è agire con grazia come ne era persuaso il corsaro ed eretico ma versatle Pasolini rivolto ai giovani del movimento di protesta del Sessantotto.Il cordoncino musicaleche intesse l'intervento di questa ebdomada è uno dei pentagrammi romantiici del compositore normanno. La melodia minimalista è un braccheggio di emozioni e sensazioni che trascende i limiti del "genere" per divenire un'icona della moderna musica da camera. L'esecutore accenna la delicatezza con cui la mano deve affrontare la tastiera e l'involto che si sublima tra le note è quanto di più commovente ed evocativo si possa immaginare. Espressione tenera quasi amicale, mnemonica, struggente.                                           Considerazione filialeIeri sera la mia bimba chiedeva come mai i venditori di morte (tabacchini) sono aperti e Lei non poteva recarsi nella sua libreria per comprare una pillola di fantasia.So che il presidente Conte non leggerà questo richiamo di mia figlia, ma sarebbe lui il delegato a dare una giustificazione (non una risposta).                                             Appendice viraleLa guerra contro il virus prosegue incessante ma di statisti non se ne vedono. Boris Johnson e Trump hanno sottovalutato la pandemia e i loro Paesi ne pagano le conseguenze. La Merkel, di fronte alle richieste di un'Italia stremata, ha risposto con un “nein”. Il capo di un piccolo Paese, invece, con un semplice gesto e poche, toccanti parole, ha assunto la statura di un gigante. È il presidente dell'Albania Edi Rama: "Gli albanesi non abbandonano mai un amico in difficoltà", ha detto alla partenza di un team di 30 medici e infermieri per Milano. "L'Italia è casa nostra da quando i nostri fratelli e sorelle ci hanno salvato, ospitandoci mentre qui si soffriva. Paesi ricchissimi hanno voltato le spalle. Ma forse perché non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all'Italia che l'Albania e gli albanesi non l'abbandonano". Una lezione di Europa unita.                                         Seconda Appendice ViraleC'è gusto e gusto. E' falso che “tutto fa brodo”, al telefono mamma mi dice che è un vecchio slogan di Carosello. E mi suggerisce ancora dalla pubblicità di quegli anni, sempre di moda “con quel sorriso può dire tutto ciò che vuole”: io dico non sempre e comunque. Se una giovanissima Virni Lisi conquistava gli italiani, Barbara D'Urso con la recita più teatrale che mistica de “L'Eterno riposo dona a loro Signore”, mi ha irritato e ferito. A fomentare l'incendio della questione ha dato una mano pure Matteo Salvini che ha accompagnato la signora D'Urso nella preghiera. “Splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen”. Si spengono le luci e da quel che leggo nei quotidiani e anche nei social tanti come me s'indignano: “Un'offesa a tutti, soprattutto ai cristiani”, “Rasenta il ridicolo” sono i giudizi più gentili, tutto il resto si può facilmente immaginare. “Io lo posso recitare, perché tutte le sere faccio il rosario”. Padronissima di sgranare dieci rosari al giorno che male non fanno signora ma in privato, di notte, prima di prendere sonno. In tivù no, puzza tanto di audience a basso costo e quella che si vorrebbe far passare per implorazione divina sa di furbata inopportuna. Giusto per capire, una cosa sono le preghiere nelle chiese e nelle piazze deserte, altra lo show al calduccio dello studio televisivo con il motto fisso in testa: sparate anche cavolate in fondo qualcosa resterà.                                          Terza appendice viraleLa catastrofe che stiamo subendo lascerà residui evidenti sulla scatola nera del governo attuale. Dagli atti emanati decodificheremo cosa sia accaduto: come si fa dopo un disastro aereo per accertarne le cause. Il coronavirus lascerà morti e drammi sociali, ma passerà. Non so se, come annunciano improvvisati profeti, dopo l'epidemia “nulla sarà come prima”. C'è sempre chi, per stupire, gioca al rialzo. Riferendoci all'Italia non auspico una rivoluzione giacobina, sarà sufficiente la scomparsa dal radar politico dell'allegra compagnia di giro che ha occupato i palazzi del potere nel marzo di due anni fa, un'amena combriccola di dopolavoristi in gita premio. Una comitiva di ragazzi perdigiorno, che appena scesi dal triciclo hanno preteso di guidare una Ferrari. Hanno la fantasia dei bambini, che non pongono limiti all'immaginazione: si convincono di comandare astronavi e di percorrere strade stellari; distribuiscono soldi finti, caramelle, illusioni. Sono ingenui, si sentono onnipotenti. Le loro fughe dalla realtà mi inteneriscono. Fa tutto parte dello stupendo gioco dell'infanzia. Se diventeranno adulti forse capiranno di aver perso l'adolescenza.