La riva dei pensieri

Eros, philos, agape.


Intricato raccontare quello che non riesco a vivere  ma si sviluppa in me, impegnando  la contezza di ciò che, invece, non riesco a condizionare.Lo avverto nel petto e dentro la testa espanso come bruma nelle tracce vitali della mia fisicità. Irrompe all'improvviso, appanna la vista e confonde la ragione. Non si accontenta di esistere oltre me, ma gioisce nel lacerarmi amabilmente l' animo.Ammorba i pensieri e turba i gesti, rendendo micidiale la sua presenza e pretende in  esclusiva l'attenzione e il riguardo. E' un male che colpisce lentamente e fa morire anche prima dell'ultimo respiro. Ma morte dolce e necessaria. Irriducibile? No. Credetemi, sono abbastanza frale e delicato. Ed è il convincimento di questa  vulnerabilità che mi allontana dalla sua ricerca. Se dovessi sacrificare la presunzione, o lasciare addolcire la tempra che, a volte, contradistingue la personalità, sarebbe assai facile smarrirmi nei meandri dell'illogicità.Il perimetro sifonico che racchiude l'intervento si manifesta tramite un' esecuzione finemente espressiva dal punto di vista tecnico. Il pentagramma ha un intreccio euritmico, fluente e diafano  particolarmente nell'allegro agitato iniziale, che con i suoi accordi argentini e nitidi dona un sentore rinnovativo della natura come in una tersa mattinata di questo maggio. Il moderato cantabile successivo mèndica una sosta in un pensieroso arretramento psicologico, leggermente dipinto di malinconia; poi  d'emblée ricompare il tema principale con la sua magica levità e il brano termina  con la simbiosi delle due melodie in un' unica figurazione armonica.                                         Appendice emergenzialeHo una convinzione dettata sopratutto dagli eventi di questo periodo difficile e incerto. I politici di ogni orientamento ideologico  sono disponibili alle telecamere e ai superlativi, ma restano adiafori alle critiche. Non ce n'è uno, mai, dico uno e lo sottolineo, che confessi di essersi sbagliato, e pertanto disposto a farsi da parte. Non ce n'è uno che dica: "Scusate, tolgo il disturbo". Sono tutti attaccatissimi al potere che chiamano dovere; parecchi, quasi tutti, come Vittorio Alfieri per stare al sicuro si fanno legare alla poltrona. In verità alcuni ministri e sotto ministri per quello che stanno combinando meritano la cacciata a "bogau a son'e corru" ("cacciato al suono del corno", detto tutto cagliaritano che affonda la sua radice all'epoca della dominazione aragonese della mia città), Ma siccome il momento è grave ma poco serio e, soprattutto, per molti la scampagnata a Montecitorio sarebbe bella che finita, avanti tutta. Ma che ce frega, intanto da che mondo è mondo “la cosa comunque va”. Per doverosa riservatezza e obbligata eleganza, mi astengo dal precisare dove.                                         Appendice politica (?)I rossi marxisti, a dispetto del cianciare dell'ex cavaliere Silvietto, neppure in piena tempesta ormonale mangiavano bambini ma lasagne a quattro strati con abbondante ragù bolognese. Tra balle e verità, il berlusca aveva resuscitato persino la destra più a destra e sepolto il Pci, ma non la parentela più o meno sinistrosa, indefinita e indefinibile. Companeros del dondolo che campicchiano attaccati al cordone elettorale grillino e al biberon di acquetta sciroppata di Matteo Renzi. "Offriamo al Paese una forza per voltare pagina. Questo è un Governo che si fonda sulla capacità del confronto e soprattutto per chiudere la stagione dell'odio, che forse serve a qualcuno per prendere voti ma non serve agli italiani. È il tempo del lavoro, della crescita, dello sviluppo, della green economy, degli interessi generali del Paese, del rinnovamento dell'Europa": parole del fratello di Montalbano, segretario Pd. Ad oggi, anche al netto del coronavirus, dell'odio che non è amore e del sole pallido dell'avvenire, sono rimaste quattro note e un paio di scarpe rotte. Lavoro zero, sviluppo altrettanto. In tasca agli italiani è entrato meno di niente. Dal verde padano siamo passati al rossiccio zingarettiano tra il frinire dei grillini e una spruzzata di vecchi dici: colori e profumi. Di Boschi. E come gli aromi la sinistra evapora...ahime!