La riva dei pensieri

Lettura e fantasia


Veleggio nel mare infinito di ricordi  evidenziati nella mente e nel cuore.Vago nelle pagine di testi antichi che sono lumi e occhi splendenti sulle copertine di tomi contemporanei.Inseguo il filo logico di alcuni testi, nella nebbia di lacrime impotenti.Sogno di librarmi nell'azzurro cielo come un piccolo principe, ma rimango immobile nel mio mare interiore e tempestoso.Incontro nell' immaginazione incongrua e bizzarra druidi tra i Celti della Gallia, curandere in America latina e negli antichi lavatoi della mia Terra donne abbigliate di dignità con i gomiti duri come il granito rosa. Seguo armigeri pronti al combattimento e bimbi sorridenti che mi spronano al gioco.Viaggio con Omero attraverso tante peripezie nel veliero di Ulisse fino a giungere nelle campagne di Virgilio intento a seminare le vicende mitiche di Enea. Non tanto distante l'Alighieri su suggerimento virgiliano, apre i miei studi su una nuova poetica dai principi universali e inarrivabili.Amo (benedetti siano i libri dell'adolescenza) donne appassionate e femmine lussuriose che agevolano curiosità e stupore, ma anche sollevano qualche dolore.La navigazione tra le onde di pagine aperte al vento della curiosità avanza e proseguirà finchè il faro di una libreria, di una biblioteca avranno luce.La lettura settimanale è supportata con maestria dalla parte conclusiva di un concerto per pianoforte e orchestra.Il tema a rondò è poco frizzante peraltro molto popolaresco, quasi un graffito di danza, che esemplifica il rilievo retrospettivo di tutto la melodia. Qui, "l' utero" classico pretende ripari futuri. Infatti, seppur con difficoltà, è possibile riconoscere l'analogia tra la ripresa orchestrale e l'attacco del finale della tecnica brahmsiana; nella fattispecie l'autore dispone di informazioni esperite precedentemente ma come esposte all'attenzione e mitigate con tenacia, pur nell'evoluzione pentagrammatica a tratti fluente e strofica. I tasti bicolori appena alterati nella modulazione, presagiscono la notistica beethoveniana. In conclusione, la situazione si riprende e l'artista esaurisce il suo intervento, nel momento in cui anche l'orchestra si consegna al silenzio.                                      Appendice viral-grammaticaleSono un vero somaro: “calzato e vestito”, come diceva nonna. Da  mesi parlo e leggo di covid conferendoli il genere maschile. Invece no: covid è femminile. Non lo sostiene la Boldrini, che del femminismo lessicale è sacerdotessa riconosciuta e venerata, bensì il'illustre professore  Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca, ossia la corte di cassazione della lingua italiana. Covid è un acronimo, dove Co sta per Corona, Vi per virus e D per disease, cioè malattia. E qui sta il punto: covid è malattia; e come tale, affermano i cruscanti, è di genere femminile. Una volta, davanti a questa suprema autorità, avrei chinato la testa e accettato il verdetto. Ma da alcuni anni la mia ubbidienza alle sue decisioni non è più assoluta. Il setaccio dell'Accademia oggi ha trame meno fitte. Il modernismo ha sopraffatto la modernità, la tolleranza ha prevalso sul rigore. Troppo sensibile agli umori delle masse e dei media, non è più, come una volta, il baluardo difensivo dell'ortodossia linguistica. Perciò oso obiettare: anche il diabete è malattia, eppure è di genere maschile, e l'asma è di ambo i generi. Dirimerà la spinosa questione, con apposito decreto, Giuseppe Conte sentito il parere del suo esperto in comunicazione Rocco Casalino. Ai polli, si sa, piace la Crusca.